A Bruxelles si guarda con apprensione al prevedibile successo di Marine Le Pen alle regionali in Francia, che rischia di provocare un terremoto al progetto comunitario, già minacciato dalle spinte centrifughe della Gran Bretagna, e non solo.
Gli euroburocrati atei, comunisti e filo-islamici cominciano a tremare, mentre sembra che la UE stia per frantumarsi sotto le scellerate politiche comunitarie di questi ultimi anni
Con l’Europa in crisi economica semore piu’ profinda e fiaccata dall’austerità, l’euroscetticismo è avanzato un po’ ovunque: dall’Ukip di Nigel Farage in Gran Bretagna ad Alba Dorata in Grecia, dagli anti-euro di Alternative fur Deutschland in Germania, passando la destra in Danimarca e Polonia.
In Italia, la Lega di Matteo Salvini pone la principale opposizione al Pd a vocazione anti-italiana ed europeista.
La marea euroscettica è cresciuta un anno dopo con la netta conferma dei conservatori alla guida della Gran Bretagna, altro peso massimo europeo ma storicamente freddo rispetto ad una maggiore integrazione. Il premier David Cameron, tra i primi atti del suo nuovo mandato, ha promesso un referendum entro il 2017 per chiedere ai britannici se vogliono restare o meno in Europa.
Un altro mal di testa per l’Ue è arrivato dalla Polonia, lo scorso ottobre, con il trionfo alle presidenziali dell’ultradestra dell’ex premier Jaroslaw Kaczynski, che ha fatto sparire la sinistra dal Parlamento: un nuovo cambio degli equilibri tra i 28 perché la Polonia è uno dei sei Paesi più grandi ed ha un voto molto pesante in Consiglio. Senza dimenticare l’ultranazionalismo di Viktor Orban in Ungheria, che ha inaugurato la stagione dei muri anti-migranti.
con fonte ANSA
Senza la sinistra in parlamento in Polonia da un mese si respira meglio