Una revisione costituzionale che riguarda un solo individuo perde in “credibilita’”. E’ l’opinione dell’Unione europea a proposito della riforma della Costituzione del Ruanda adottata dal Parlamento e che permette al presidente Paul Kagame di ripresentarsi per le elezioni del 2017. Kagame governa il paese dal 1994.
Pur riconoscendo il diritto “legittimo” di un paese a modificare la sua legge fondamentale, l’Unione europea sostiene, attraverso una nota del capo della diplomazia europea Federica Mogherini, che tutti i cambiamenti “che si applicano solamente a un individuo, attenuano la credibilita’ del processo di riforma costituzionale”.
La revisione costituzionale adottata il 17 novembre dal Parlamento ruandese, che non e’ ancora stata sottoposta a referendum, puo’ rendere piu’ “fragile il principio del cambiamento democratico – si legge nella nota – del governo” cosi’ come stabilito dall’articolo 23 della Carta africana della democrazia, delle elezioni e della governance. Questa e’ la prima volta che l’Unione europea prende una posizione cosi’ netta contro la riforma costituzionale ruandese.
La nuova Costituzione del Ruanda contiene un dispositivo che permette al presidente Kagame di ripresentarsi alle elezioni del 2017, cio’ che non gli permette il testo non riformato, e potenzialmente dirigere il paese fino al 2034. La riforma della Costituzione, che verra’ sottoposta a referendum (quindi sarà il popolo a decidere, contrariamente a quanto accade in Europa), fa passare da 7 a 5 anni il mandato presidenziale e limita a due i mandati, ma un articolo prevede che entrera’ in vigore durante un nuovo settennato transitorio, tra il 2017 e il 2024, e per questo il presidente in esercizio rimane eleggibile e puo’ ricandidarsi per i successivi due mandati quinquennali.