A parlare (si fa per dire) è Fatima Salvi, precedentemente Silvia, figlia di Giulio Salvi, albergatore di Cosio Valtellino che ha aperto il suo hotel ai presunti profughi. “Ho incontrato Khalil. Per avere un rapporto con lui dovevo pensare di avere una cultura islamica. Mi vergognavo molto di essere cristiana”. “La donna cristiana è oscena perché per farsi vedere più donna si scopre”.
LA minigonna attira gli stupratori – In poche parole per la signora Silvia Fatima, che ha conosciuto l’amore islamico proprio in albergo (che secondo le sue stesse parole gli frutta una cifra annua intorno ai 700/800 mila euro ospitando sedicenti profughi) , il marito infatti è un ospite dell’hotel proveniente dal Pakistan, una minigonna sarebbe un lasciapassare per lo stupro. Molto meglio il velo, invece, di cui sembra essere una fervente sostenitrice.
Per quanto riguarda il velo, la convertita infatti precisa “Non sono costretta a metterlo, né mi ha costretta mio marito e sono una donna come lo ero prima”.
“Mi sento quasi più donna ora che prima delle conversione”, ha affermato la locandiera.
IO NON TRADISCO GESU’ IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE !! MA TU SI !! CHI RINNEGA IL FIGLIO RINNEGA IL PADRE !
un altro pezzo italiano che volerà via, perchè adesso l’albergo sarà del Pakistano
Quando finalmente, e sarà sempre tardi, si chiuderanno i rubinetti dei soldi, sarà ancora islamica?
A me pare un altra cosa che abbia trovato un bel…………………………………