Secondo stime di esperti in sicurezza, negli ultimi quindici anni nei Balcani si e’ formata una rete relativamente solida di gruppi islamici radicali, soprattutto in Bosnia-Erzegovina, Albania e Kosovo. Lo scrive oggi il giornale di Zagabria Jutarnji list, in un lungo reportage sulle minacce terroristiche presenti nei Balcani.
Citando fonti anonime dei servizi segreti croati, il giornale sostiene che tra i musulmani del Kosovo e Albania “ce ne sono di molto più radicalizzati che in Bosnia“. Cio’ sarebbe la conseguenza di divisioni e scontri intestini nelle comunita’ locali, mentre in Bosnia la comunità islamica sarebbe molto più compatta nel condannare gli estremisti e il terrorismo. Una situazione analoga sarebbe stata riscontrata anche in Macedonia, dove parti della larga minoranza albanese (25% della popolazione) collaborano intensamente con gruppi dell’Albania.
La situazione più preoccupante sarebbe stata osservata nella regione musulmana del Sangiaccato, divisa tra Montenegro, Bosnia e Serbia, dove le divisioni interne avrebbero particolarmente favorito la radicalizzazione di alcuni gruppi, in particolare dopo il trasferimento in Sangiaccato di vari leader wahabiti bosniaci.
In Croazia, dove vivono circa 60 mila musulmani ben integrati nella società, una settantina di persone sono state qualificate come “islamisti estremisti” da parte dei serviti segreti e sono sotto costante controllo. Non sarebbero comunque state notate loro operazioni che indicherebbero la volontà di commettere atti di terrorismo. (ANSA).