Continuano ad aumentare le imprese straniere nel commercio e nel turismo. Nel 2015 sono ormai 238.270, e la presenza di attività guidate da persone non italiane cresce in tutti principali settori, registrando incrementi boom nel commercio ambulante (+38%) e nel commercio al dettaglio in esercizi non specializzati (+36%), categoria che racchiude i minimarket, alimentari e non alimentari.
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E’ quanto emerge da un’analisi condotta da Confesercenti sulla numerosità, i Paesi di provenienza e le specializzazioni delle imprese e degli imprenditori stranieri nel commercio e turismo in Italia, basata sui dati camerali. L’incidenza delle imprese straniere è particolarmente significativa nel commercio all’ingrosso e al dettaglio: nel 2015 ce ne sono 197.850, oltre un terzo (il 36,4%) del totale delle attività condotte da non italiani residenti nel nostro Paese. Alloggio e ristorazione, con 40.411 imprese straniere, rappresenta invece un altro 7,7%.
Il commercio è il comparto a più alto tasso di internazionalizzazione della nostra economia, anche se con profonde differenze a seconda della Regione e del settore d’attività presi in esame. Complessivamente, nel commercio al dettaglio il 17,8% delle imprese è guidato da imprenditori stranieri. Una percentuale che aumenta notevolmente nel commercio ambulante, dove ormai le imprese non italiane superano quelle italiane (51,7%). Alta presenza di stranieri anche nelle attività di fuori dei negozi come la vendita per corrispondenza e porta a porta (29,9%), e nel commercio in esercizi non specializzati (11,8%). Tra i settori che hanno visto la maggior crescita di imprese straniere è da segnalare il dettaglio di ortofrutta, in cui il le imprese non italiane sono aumentate del +70,3% tra il 2011 ed il 2015, ed il commercio di altri prodotti alimentari (latte, caffè e salumerie), dove l’incidenza ha raggiunto l’8,1%, con un incremento record del +128,1%.
A livello regionale, è da notare il caso della Calabria, dove ormai è straniera quasi un’impresa del commercio su quattro (il 23,3%). Seguono la Sardegna (21,7%) e la Liguria (19,9%). Appare ancora ridotta, invece, la presenza di attività non italiane in Basilicata (dove sono il 9,1% del totale) e in Valle d’Aosta (9,4%). Roma è il comune che concentra il maggior numero di imprenditori stranieri dettaglianti (oltre 13 mila, 7,8% del totale nazionale). Seguono Milano (oltre 7 mila, 4,3%), Napoli (6 mila, 3,6%), Palermo (5 mila, 3,0%) e Torino (4,8 mila, 2,9%). Emblematica la presenza nella classifica di un comune non capoluogo quale Lamezia Terme, in ventesima posizione. La top 20 dei comuni concentra ben un terzo del totale dell’imprenditoria straniera del commercio al dettaglio del nostro Paese (33,7%, oltre 56 mila imprenditori).
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