Il governo della Nigeria ha emesso un ordine di arresto ‘eccellente’ nei confronti del colonnello in pensione Sambo Dasuki, il consigliere alla sicurezza nazionale dell’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan. Dasuki e’ accusato di aver frodato alle casse pubbliche 1,6 miliardi di dollari stanziati dal passato esecutivo per la lotta a Boko Haram, il gruppo terroristico di matrice islamico attivo soprattutto nel Nord-est della nazione. Dasuki era un personaggio molto potente e influente del governo Jonathan, dotato di ampi poteri e rispondeva direttamente al presidente.
L’ordine di arresto rientra nell’ambito di una piu’ vasta indagine contro le frodi e truffe ai danni dello Stato, stimate in almeno 3 miliardi di dollari, compiute dai vertici dell’esercito nigeriano nell’ambito dell’acquisto, dal 2007 al 2015, di armi e veicoli per contrastare Boko Haram.
Dasuki si e’ detto “sorpreso”, “disgustato” ed estraneo a ogni forma di corruzione ipotizzata nell’indagine condotta dall’Agenzia di sicurezza nazionale (Nsa). In particolare, Dasuki e’ accusato di aver concluso contratti falsi per quasi 1,6 miliardi di dollari per l’acquisto, tra marzo 2012 e marzo 2015, di 12 elicotteri, quattro caccia militari, pezzi di artiglieria e altro materiale che in realta’ non sono mai entrati a far parte delle dotazione delle forze armate nigeriane.
Secondo gli investigatori dell’Nsa, gli scarsi risultati compiuti dal governo Jonathan nella lotta a Boko Haram sono dovuti in parte anche alle frodi e truffe commesse ai danni dello Stato che hanno privato di dotare l’esercito delle armi necessarie per contrastare efficacemente i terroristi. (AGI) .
Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha chiesto al Senato l’approvazione di altri 2,3 miliardi di dollari per coprire le spese dell’operazione ‘Lafiya Dole’, l’intervento militare per reprimere l’insurrezione dei terroristi di matrice islamica di Boko Haram nel Nord-est della nazione.
Al Senato, inoltre, il capo dello Stato ha chiesto un budget supplementare di 2,1 miliardi di dollari per coprire il saldo dovuto nel 2014 agli importatori di prodotti petroliferi nell’ambito dei sussidi che permettono di calmierare il prezzo dei carburanti. Si tratta di una sovvenzione statale molto costosa per le casse pubbliche ma fortemente richiesta dai cittadini che cosi’ possono comprare benzina per le auto e gasolio per i generatori elettrici a prezzi molto contenuti e popolari. Il pagamento dei debiti contratti con gli importatori di prodotti petroliferi scongiurerebbe il rischio di mancanza di benzina nel Paese e il conseguente allarme per le eventuali proteste di massa che provocherebbe. (AGI) .