Merano, la Procura di Trento scarcera 3 dei 7 presunti terroristi

Bolzano, 19 nov. – Sarebbe salito da due a tre il numero dei presunti jihadisti scarcerati dalla Procura della Repubblica di Trento. Ai due dei giorni scorsi, nelle ultime ore un terzo arrestato la scorsa settimana in Alto Adige nel blitz del Ros dei Carabinieri sarebbe stato messo in liberta’.

Nei giorni scorsi la competenza territoriale era stata assegnata alla Procura del capoluogo trentino (perche’ i fatti erano avvenuti a Merano) e non a quella di Roma. Le posizioni delle due Procure sembrano pero’ opposte.
Gli inquirenti della capitale erano certi, vista la documentazione acquisita, che la presunta cellula che operava in Italia era strettamente collegata con il terrorismo organizzato su scala internazionale. Il Raggruppamento operativo speciale dell’Arma aveva condotto una lunga e complessa indagine durata oltre quattro anni fornendo una dettagliata ricostruzione dei fatti contenuta in 1217 pagine. Per gli arrestati, sette in Alto Adige ma diciassette in totale, il reato contestato e’ l’associazione a delinquere con finalita’ di terrorismo internazionale.

Le ordinanze cautelari erano state spiccate a seguito dei contenuti emersi da intercettazioni telefoniche e telematiche.
La citta’ di Merano nel corso dell’indagine era considerata il crocevia di aspiranti jihadisti essendo una delle basi di un’organizzazione riconducibile a movimenti terroristici internazionali.
Dal rapporto dei Ros e’ emerso che proprio in Alto Adige venivano organizzati corsi per insegnare ai ragazzini di come uccidere gli infedeli mostrando loro video ed immagini di decapitazioni commesse da militanti di Isis. Alcuni dei membri che si trovavano a Merano si erano resi disponibili di recarsi in Siria o Iraq al fine di partecipare ad azioni terroristiche e successivamente rientrare tra le montagne altoatesine.

L’indagine ha portato alla luce i festeggiamenti di alcuni membri del presunto gruppo jihadista che operava in Alto Adige quando ricevevano riguardanti Isis come la decapitazione del giornalista americano James Wright Foley avvenuta nell’agosto 2014 a Raqqa in Siria. AGI