di Armando Manocchia @mail
«Domani, in strada, un milione di musulmani per marcare chiaramente la differenza tra Islam e barbarie».
Lo avrebbe detto con un twitt ieri notte subito dopo gli attentati Mathieu Kassovitz regista de “L’Odio”, (Dite pure a Kassovitz che prima di tutto, almeno a noi, non è ancora chiara la differenza tra islam e barbarie, e poi, non abbiamo ancora visto il milione di musulmani che dovevano marciare nelle vie di Parigi)
E’ stata sicuramente una reazione di “pancia” – può capitare a chiunque – quella che ha colpito l’autore di un film a suo modo profetico, come “L’odio” che nel 1995 narrava le vicende di tre ragazzi della banlieue di Parigi e ne descrisse la miscela esplosiva che si stava producendo a seguito degli scontri nati dopo il pestaggio da parte di un poliziotto di un ragazzo fermato per dei controlli. Un film fazioso, che nel film non voleva rappresentare la violenza di questi ‘nuovi francesi’, bensì la brutalità della polizia.
Ma tornando agli attentati di ieri notte, Mathieu Kassovitz ha twittato: «Domani, in strada, un milione di musulmani per marcare chiaramente la differenza tra Islam e barbarie». Un tweet rabbioso, ma non definitivamente intollerante, che ha scatenato reazioni molto forti, in ogni direzione. Così, dopo un po’, il regista lo ha cancellato, spiegando il motivo con un altro tweet: «Je suis victime de mon émotion et de la panique. Cest ce que cherche les barbares. Je m’excuse pour les tw précédents. Je crois à l’unité» («Sono vittima delle mie emozioni e del panico. Questo è ciò che cercano i barbari. Mi scuso per il tweet precedente. Io credo nell’unità»).
Emilio Fede gli direbbe..che figuraaadimmerda!