LA COSA GIUSTA NON HA NULLA A CHE VEDERE CON COSA NOSTRA
Alfano? Un politico inutile e dannoso, perchè dice cose false ipocrite e demagogiche.
Se la gioca con Renzi nel dire stronzate demagogiche come quelle di ieri alla presentazione del libro ‘Sud. L’altra faccia della medaglia’. (parlerà di quel sud che ancora non ha l’acqua in casa? – si chiede Armando Manocchia)
“A Roma – ha detto l’Inutile – è nata la ‘cosa rossa’, da reduci del Pd che hanno fatto un partito a sinistra con un restyling della falce e martello stilizzata. Sul palco di Bologna è nata ‘la cosa nera’, che ha come simbolo la ruspa. Noi siamo la ‘cosa giusta’ che ha come simbolo mattoni che, uno sopra l’altro, stanno costruendo una nuova Italia fatta di futuro”.
La ‘cosa giusta’?
Nel 2002 (vedi wikipedia), La Repubblica rende conto della presenza di Alfano al matrimonio (avvenuto nel 1996) della figlia di Croce Napoli, indicato dagli inquirenti come boss mafioso di Palma di Montechiaro e morto nel 2001. Tale presenza è testimoniata da un video amatoriale della festa. Alfano, all’epoca neo-deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, avrebbe salutato con affetto Napoli (bacio in bocca?).
Alfano in un primo momento dichiarò a Repubblica (Ndr: nessun magistrato indagò Alfano per questo) di non avere «nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio» e che «non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro». In seguito affermò di aver ricordato di essere stato effettivamente a quel matrimonio ma di aver ricevuto l’invito dallo sposo e di non conoscere la sposa e la sua famiglia…
Mi capisti?
Nell’ottobre del 2009 il pentito di mafia di Racalmuto, Ignazio Gagliardo, ha accusato Alfano di aver chiesto aiuti elettorali alla mafia, per mezzo del padre anch’egli politico.
Lo stesso giorno Carmelo D’Amico, ex killer di Barcellona Pozzo di Gotto e in seguito diventato super testimone dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra, accusa Alfano e Renato Schifani di essere stati messi in politica da Cosa nostra secondo quanto è venuto a sapere dal suo compagno di carcere Nino Rotolo, boss di Pagliarelli fedelissimo di Bernardo Provenzano. In seguito Alfano avrebbe voltato le spalle ai boss inasprendo il 41 bis e facendo leggi sulla confisca dei beni e così l’organizzazione non avrebbe più votato per Forza Italia.
Mi capisti?
Il 17 aprile 2015 Alfano querela l’Espresso per aver pubblicato un articolo riguardante consulenze e appalti andati alla moglie Tiziana Miceli (tra cui le cinque consulenze avute dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell’Economia) e ad altre persone vicine al Ministro come gli avvocati Angelo Clarizia e Andrea Gemma (appalto da 630.000 euro per i servizi legali dell’Expo) con quest’ultimo che è anche membro del CdA dell’Eni.
Mi capisti?
Nel dicembre 2014, Alfano assieme allora prefetto di Crotone, Maria Tirone (già parte dello staff della giunta di Stefano Caldoro, come vice capo di Gabinetto, ora prefetto di Foggia), viene coinvolto in un’accesa polemica. La polemica sorge a seguito della rimozione delle telecamere di videosorveglianza dall’abitazione del pm antimafia Pierpaolo Bruni avvenuta, a quanto pare, su iniziativa del prefetto, Maria Tirone. Il caso ho suscitato polemiche sui media, anche a seguito, della “denuncia” da parte dei cinque stelle. I deputati Andrea Cecconi, Francesco d’Uva e Dalila Nesci hanno dichiarato l’incomprensibilità di tale provvedimento date le numerose minacce ricevute dal giudice da parte della mafia. I deputati, inoltre, hanno fatto numerose interrogazioni parlamentari al riguardo.
Mi capisti?
In seguito i grillini hanno polemizzato, sempre con Alfano, circa la promozione del Prefetto Maria Tirone: “…Senza dimenticare, peraltro, che la dottoressa Tirone è stata appena trasferita a Foggia, esattamente dove lei chiedeva di andare. Un premio inaccettabile, data la sua decisione di revocare quei sistemi di sicurezza a Bruni…”
Mi capisti?
Salvatore Buzzi, presunto boss di Mafia Capitale, in un interrogatorio ha riferito ai Pm che nella gestione del Cara di Mineo la cooperativa “La Cascina” aveva rapporti diretti con Angelino Alfano, ministro degli Interni del governo Renzi. Buzzi, riferendosi ad Alfano ed ad altri coinvolti nell’indagine, afferma: “…lo conosceva, c’aveva rapporti diretti con Alfano, avevano creato un sistema giù in Sicilia, intorno a Mineo, che è un sistema perfetto perché la gara che consegna ad Odevaine consente di distribuì i soldi a pioggia sul territorio. Nel senso che i comuni venivano premiati con circa due, tre milioni di euro, non lo so, però è tutto in chiaro, da lì…. Centro di accoglienza di quelle dimensioni in un territorio così piccolo…”
Mi capisti?
Armando Manocchia @mail