“La democrazia è il potere di un popolo informato.”
Visconte Alexis De Tocqueville
Ritenevo che l’informazione in Italia fosse decisamente scadente, per la verità addirittura in malafede, non degna di un Paese sedicente democratico e “costruito” su di una Costituzione Repubblicana, e nulla al momento mi ha fatto cambiare idea, soprattutto le classifiche di RSF; ragion per cui già da anni ho presentato all’Ordine Nazionale regolare denuncia di tutti i miei colleghi per gravi violazioni della Carta dei Doveri del Giornalista in occasione della mancata diffusione di notizie di importanza fondamentale per i cittadini del mio Paese. Ovviamente nessun provvedimento è stato ancora preso, ma si sa, da che mondo è mondo “cane non mangia cane”, quindi mi sono rivolto anche alle sedi opportune internazionali, come direbbe Jannacci, “per vedere di nascosto l’effetto che fa”.
Poiché la mancanza di etica, di professionalità e di morale sono le tre cose che mi fanno andare più in bestia quando le scorgo nel (non)lavoro di un collega, ci tengo a segnalare e a stigmatizzare che, da quanto riportatomi da fonti locali assolutamente attendibili, il malcostume italico nel campo dell’informazione pare aver contagiato da tempo in maniera pressoché insanabile anche i mass media della Repubblica di San Marino, i quali pare decidano a priori che notizie come quelle riportate in questi link italiani
http://www.studiostampa.com/2015/10/banca-commerciale-sammarinese-asset.html http://www.imolaoggi.it/2015/10/31/banca-commerciale-sammarinese-e-asset-bank-denunciate-alla-corte-di-strasburgo/
http://www.imolaoggi.it/2013/12/02/chiedono-informazioni-su-denuncia-a-banca-sammarinese-silenzi-e-velate-minacce-a-cronisti/
non siano di alcun interesse per i cittadini dell’enclave.
I direttori responsabili (sic!) si comporterebbero, infatti, un po’ come se ritenessero che i cittadini sammarinesi possano essere immuni dalle malefatte delle banche con sede nel territorio di San Marino (o meglio dei funzionari delle stesse), e che non necessitino di sapere che magari è possibile un intervento super partes (C.E.D.U.) non solo per vedersi finalmente restituire in toto quanto eventualmente venutogli a mancare in uno degli innumerevoli scandali che hanno colpito e stanno colpendo il sistema bancario di quel Paese, ma anche per ottenere un’adeguata compensazione per quanto subito a causa della sottrazione, della truffa o cos’altro fosse nello specifico, a livello di danno esistenziale e non patrimoniale.
Certo, chi volesse pensare male potrebbe dire: “Per forza, a San Marino molti degli organi di stampa sono legati a doppio filo con le banche attraverso sponsorizzazioni se non addirittura attraverso qualcosa di più. Ci sono blogger e giornalisti sedicenti d’inchiesta che hanno sui propri “banner” l’emblema di alcune delle banche accusate! Xa vut speré?”
Ma io non voglio pensar male, nonostante la massima (erroneamente attribuita ad Andreotti ma di latina memoria) che recita: “a pensar male si fa peccato ma molto spesso si indovina”. Magari certe notizie, infatti, non sono ancora apparse solo perché la presunta appropriazione indebita, se non addirittura la truffa, di più di un milione di euro ad un privato cittadino da parte di una banca, che parrebbe addirittura “coperta” da Banca Centrale, secondo le redazioni in questione e i loro direttori è meno rilevante dello scoop sulla colf italiana che pare rubasse soldi in casa di un sammarinese o le ultime notizie sul “Talent” dei Castelli.
Ma del resto cosa dire… “Paese che vai priorità che trovi”.
Bene, anzi, per la verità Male, infatti quello di cui molti pare non si rendano conto è che in questo caso il problema vero (e parrebbe un grave problema per i cittadini sammarinesi comuni soprattutto) sarebbe che chi pare non voglia che “si sparga la voce” sulle denunce per violazioni dei diritti umani alla Corte di Strasburgo, sia che mantenga questo atteggiamento omertoso ingenuamente per “proteggere” il proprio Paese, sia che lo mantenga meno ingenuamente per “proteggere” qualcun altro (magari già con deiezioni ad altezza occhi), in ogni caso fa un danno enorme alla stessa Repubblica o a chi magari starebbe pensando di proteggere. Ciò detto perché se chi non starebbe facendo il suo mestiere di giornalista fosse diventato improvvisamente muto “solo” perché pressato dall’alto, ecco che costui dovrebbe spiegare a detto “dall’alto” che la mancanza d’informazione, dopo che la stessa è stata inviata direttamente e/o indirettamente da agenzie di stampa e giornalisti italiani a tutte le principali testate della Repubblica di San Marino, potrebbe rendere ancora più evidente come di questi tempi al Tribunale Unico di San Marino non sia possibile avere quell’imparzialità oggettiva che possa escludere ogni legittimo dubbio, anche apparente e non dipendente dalla condotta personale dei giudici, vista la natura dei rapporti tra Stato e denunciati (una denunciata è azionista di Banca Centrale. ndr) a cui, a questo punto, si aggiungerebbe addirittura la connivenza dell’informazione tutta, accendendo così un ulteriore enorme riflettore sulla piccola Repubblica che sostanzialmente vive e si nutre in gran parte di ciò che avere banche private sul territorio produce, nel bene e nel male.
Chi non stigmatizzasse determinati comportamenti ma, soprattutto, chi non avvisasse la propria popolazione che ci sono anche altri mezzi per far valere i propri diritti oltre a quelli tradizionali, considerate le direttive C.E.D.U. e che c’è già che intende servirsene, parrebbe direttamente complice e connivente con il sistema corrente che, come riportato nella denuncia da cui questo articolo, “oltre che a generare un mostro giuridico, produce ed ha prodotto un vulnus ai cittadini (consumatori) sammarinesi ed al sistema Stato di San Marino, che invece di essere sanato sarebbe stato accentuato sempre di più dall’azione lesiva della stessa Banca Centrale che al posto di un mercato concorrenziale, difenderebbe lo status quo di un sistema bancario che produrrebbe usi, abusi e quotidiani soprusi.” E che tutto ciò vada, per dirla con De André, “in direzione ostinata e contraria” all’interesse della stessa Repubblica di San Marino e dei suoi cittadini onesti lo capirebbe anche un cerebroleso.
In conclusione: spero vivamente di essere smentito in queste elucubrazioni sulla presunta mancanza d’informazione nella Repubblica di San Marino da una pioggia di link e di pagine di quotidiani che su quanto segnalato dimostrano il contrario, diversamente chissà cosa ne penserebbe la neonata Consulta per l’Informazione e chissà se a RSF comincerebbero a occuparsi anche di questa piccola Repubblica che da tempo pare non farsi mancare nessuno dei difetti delle grandi.