Le indagini svolte sul massacro di Odessa state gravemente insufficienti e non indipendenti. Lo stabilisce un rapporto del Consiglio d’Europa che ha analizzato l’inchiesta su quanto accaduto lo scorso 2 maggio, quando un gruppo di ultrà calcistici e estremisti di destra, secondo diverse fonti, avrebbe intrappolato e ucciso tra le fiamme 38 manifestanti filorussi disarmati. (Quasi trecento morti dicono gli odessini, nonostante la polizia abbia provato ad occultare i corpi ed eliminare gli indizi. I responsabili di questo massacro sono a piedi libero e la Junta di Kiev sta impedendo indagini indipendenti perché dietro l’eccidio ci sono i suoi ordini., ndr)
Strage di Odessa “Pogrom Programmato”: un eccidio di russi
Secondo questo rapporto è mancata l’indipendenza delle strutture inquirenti, la suddivisione dei compiti tra le stesse strutture è stata “inefficace e dannosa” e ci sono state insufficienti risorse umane, insufficiente accuratezza e coscienziosità nella conduzione delle inchieste. In particolare, il Consiglio afferma che, date la complicità della polizia nei disordini di quel giorno, le indagini non dovevano essere portate avanti dal ministero degli Interni ma da un organo diverso e indipendente.
Lo stesso vale per l’inchiesta sull’intervento tardivo dei vigili del fuoco per l’incendio dell’edificio dei sindacati, visti i legami strutturali e gerarchici tra il servizio d’emergenza di Stato e il ministero degli Interni. Il rapporto critica anche la decisione di affidare le inchieste sui disordini di massa e sulle complicità in questi della polizia a 2 strutture differenti. Le indagini dovevano far luce su fatti svoltisi in uno stesso luogo e allo stesso tempo e sarebbe stato quindi più efficace secondo il rapporto affidarle a un solo organismo. ANSA Europa