L’indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) diminuisce dello 0,1% a settembre 2015 rispetto ad agosto e cresce dell’1,9% rispetto ai 12 mesi precedenti. “La ripresa stenta ad assumere maggiore dinamicità”, osserva l’associazione in una nota. “Le famiglie, – aggiunge – seppure orientate all’ottimismo, continuano ad essere vincolate da dinamiche reddituali in crescita contenuta”.
L’indice destagionalizzato Markit Pmi sulle vendite al dettaglio in Italia, è sceso ad ottobre a 48,8 punti, dal record su 68 mesi di 51,7 di settembre, indicando un nuovo calo delle vendite dopo l’incremento avvenuto alla fine del terzo trimestre. Le aziende monitorate hanno fatto riferimento alla minore affluenza e al ridotto potere d’acquisto dei consumatori. (LaPresse)
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Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia. Oggi lo dice l’Istat, e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando. Crescita più forte del previsto, ripartono i consumi, e – attenzione – nelle previsioni cala la curva del debito. Più lavoro e più fiducia, le riforme funzionano. Ripeto: non sono semplici numeri. Sono persone, storie, famiglie. E’ il senso di un Paese che si rimette in moto, che ritrova il gusto di avere ambizioni, di guardare al futuro. E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione. Abbassando le tasse. Lottando contro la povertà. Avendo attenzione per il sociale. Dando a chi fa impresa le leve e gli strumenti per correre e creare lavoro. Aiutando chi ha casa, che non è un fardello o una colpa, ma spesso il frutto di anni di sacrifici e sudore. In un contesto europeo non esaltante, per usare un eufemismo, siamo quelli che hanno rialzato la testa, che ci provano. Non basta, non ci accontentiamo. Ma che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il Governo, è un traguardo per l’Italia. Siamo tornati, finalmente.
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L’Istat (che è stata chiamata a rapporto dalla Boldrini) rivede al rialzo le stime sui consumi (NON I CONSUMI, MA LE STIME, CIOE’ IL NULLA): nel 2015 la spesa delle famiglie aumenterà dello 0,8% (era lo 0,5% in primavera). In aumento anche le previsioni sui prossimi due anni, quando si potranno registrare rialzi dell’1,2% (nel 2016) e dell’1,1% (nel 2017). Tutto ciò, spiega, “a seguito del miglioramento” su occupazione e reddito.