“Se le notizie non confermate di violazioni delle acque territoriali libiche” da parte di navi militari italiane “dovessero rivelarsi vere, ci si potrebbero attendere reazioni pubbliche piu’ ampie”.
Lo ha affermato l’ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar, in un’intervista all’Agi. Rispondendo a una domanda sulle minacce arrivate a Roma da parte del governo libico riconosciuto dalla comunita’ internazionale, Safar ha ricordato che il mandato delle autorita’ di Tobruk e’ arrivato a scadenza e la “legittimita’ e’ stata messa alla prova, anche con una pressione crescente dallo scorso 20 ottobre”.
L’attacco al cimitero italiano a Tripoli e’ stato “simbolico” e non e’ espressione di un diffuso sentimento anti-italiano in Libia, ha assicurato l’ambasciatore Safar. “Non ci sono indicazioni di alcun crescente sentimento anti-italiano in Libia, a prescindere dal coinvolgimento della comunita’ internazionale” nel Paese, ha dichiarato Safar. Per l’ambasciatore, l’attacco al cimitero Hammangi e’ stato “simbolico”, con l’obiettivo di “mandare un messaggio all’interno e al di fuori del Paese”.
E’ stato opera di quanti “hanno avvertito la pressione di un imminente accordo politico tra le parti libiche sotto il coordinamento dell’Onu”, ha aggiunto Safar. “Detto questo”, ha sottolineato ancora l’ambasciatore, “la popolazione libica e’ molto sensibile al tema di un possibile intervento militare non richiesto nel Mediterraneo e pertanto le recenti notizie che riflettono tali minacce potrebbero alimentare sentimenti anti-occidentali, se non vengono trattate con delicatezza”. AGI