L’Emilia-Romagna è la regione italiana con la maggiore incidenza di cittadini stranieri residenti: nel 2014, secondo i dati del dossier statistico sull’immigrazione diffuso da Idos, sono infatti 536.747, il 12,1% della popolazione regionale. Un dato sensibilmente più alto della percentuale nazionale (8,2%) e più alto di ogni altra regione italiana. Più della metà degli stranieri, ovvero il 53,3%, sono donne. Una presenza così massiccia e radicata porta con sé alcuni altri dati significativi: in Emilia-Romagna è più alto che altrove il processo di stabilizzazione (sono stati 16.445 quelli che nel 2014 hanno ottenuto la cittadinanza italiana) ed è più alta la percentuale dei bambini stranieri che frequentano le scuole dei vari ordini che sono nati in Italia.
Dal 2013 al 2014 la presenza è aumentata dello 0,5%. La percentuale degli stranieri è superiore alla media nazionale in tutte le province dell’Emilia-Romagna, si va dall’8,5% di Ferrara al 14,3% di Piacenza, che è la seconda provincia italiana per numero di stranieri, preceduta solo da Prato.
La metà dei residenti stranieri in regione sono europei (50,1%), il 26,9% sono africani, il 19% asiatici e il 3,9% americani. La principale nazionalità rappresentata è quella romena (15,4%), seguita dalla marocchina (12,6%) e albanese (11,7%). Seguono nella classifica la comunità moldava (5,9%), quella ucraina (5,8%), la cinese (5,2%). Un osservatorio privilegiato sulla presenza degli stranieri in Italia è, da sempre, il mondo della scuola, anche alla luce del fatto che i minori stranieri sono 122.196, ben il 22,8% di tutti gli under 18.
Nell’anno scolastico 2014/2015 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della regione sono stati 95.241, il 15,5% degli scolari iscritti, contro una media nazionale del 9,2%. Le punte massime si registrano nelle province emiliane di Piacenza (20,9%), Modena e Parma (16,7%) e Reggio (16,3%) dove la presenza degli immigrati è più radicata anche nel tempo.
Il 57,8% di questi ragazzi sono nati in Italia. Questa tendenza è, per ragioni ovvie, inversamente proporzionale al livello delle scuole: l’86,3% dei bambini stranieri iscritti alle scuole materne sono nati in Italia, percentuale che scende al 77,2% per le elementari, al 48% per le medie ed al 20,5% per le superiori. Significativa anche la presenza di imprese con titolari stranieri che sono circa 47.156: questo significa che poco meno di uno straniero su dieci (minori inclusi) in Emilia-Romagna è un lavoratore autonomo. Le rimesse ammontano a 459,7 milioni all’anno. La quota più significativa, in relazione al numero di cittadini, è diretta verso l’Asia (il 32,7% del totale in rapporto al 19% degli abitanti). La particolarità del fenomeno migratorio che riguarda l’Emilia-Romagna è rappresentato anche da un altro dato: se il numero degli stranieri in Italia (attorno ai 5 milioni) è di pochissimo superiore agli italiani residenti all’estero, in Emilia-Romagna questo dato si discosta di parecchio, visto che a fronte di oltre mezzo milione di stranieri residenti, gli emiliano-romagnoli iscritti all’Aire sono 163.905. Di questi 11.163 sono emigrati nel 2014. ANSA
In Emilia ci sono i più grandi seguaci dei comunisti e i risultati si vedono. Abbiamo tante badanti e lavoratori nelle città industriali dell’Emilia, ma ce ne sono tanti anche nelle regioni più ricche, come la Lombardia e il Veneto, integrati nelle attività produttive.