I colloqui internazionali sulla crisi siriana, oggi a Vienna, hanno prodotto “risultati molto positivi, che però non cancellano le differenze”: “si è convenuto su un punto essenziale, che la soluzione non è militare ma una transizione politica” che “inevitabilmente” deve portare “all’uscita di Assad”.
E’ quanto ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al termine della riunione di oggi nella capitale austriaca.“La transizione politica per noi deve portare a un’uscita di Assad. È un processo che inevitabilmente andrà in quella direzione” ha spiegato il ministro aggiungendo che “sui modi e i tempi di uscita del presidente siriano non è stata affatto raggiunta un’intesa”. Di questo, ha ricordato Gentiloni, si discuterà nelle prossime settimane: “Ci rivedremo in dieci-quindi giorni” ha detto il ministro.
Quanto all’Iran, che per la prima volta ha partecipato ai negoziati sulla crisi siriana, “rimane in una posizione diversa che non è quella di iniziare il processo (di transizione) con la sostituzione di Assad”. La repubblica islamica, ha comunque sottolineato il titolare della Farnesina, “ha concordato con l’idea che si avvii una transizione politica” per una soluzione della crisi in Siria. (askanews)
curioso che il capo della diplomazia italiana si conceda dichiarazioni così azzardate confondendo l’auspicio degli USA e dell’UE con quella che dovrà essere la volontà del popolo siriano all’esito di future elezioni che presuppongono necessariamente un cessate il fuoco. E’ evidente che l’intervento russo abbia posto un forte limite alla pervicacia degli intenti euro americani ma i politici della nato sono obbligati a fare tali dichiarazioni per non dover rimangiarsi troppo sfacciatamente il mantra della destituzione di Assad
L’uscita di Gentiloni precederà l’uscita di Assad.