Il segretario generale dell’Onu esorta i Paesi che oggi si incontrano a Vienna per un delicatissimo round di colloqui sulla crisi siriana a dare prova di “flessibilità”, invitando in particolare i principali attori in campo – Stati Uniti, Russia, Iran, Arabia Saudita e Turchia – a superare le “prospettive nazionali” e agire piuttosto sotto il segno di una “leadership globale”
Nella capitale austriaca per la prima volta parteciperà al dibattito anche l’Iran, che assieme alla Russia appoggia il presidente siriano Bashar al Assad. “Sino a quando (questi Paesi) useranno le loro prospettive nazionali, la gente continuerà a soffrire, il mondo intero continuerà a soffrire”, ha dichiarato Ban Ki-moon alla vigilia dell’incontro tra potenze globali e i principali Paesi della regione mediorientale.
Dopo un mese di raid aerei russi, il punto principale di discordia sembra sempre la questione del ruolo di Bashar al-Assad verso un auspicato periodo di transizione. Il rais di Damasco “senza dubbio” dovrà uscire di scena – ha dichiarato alla Bbc il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir: “o se ne andrà tramite un processo politico o sarà rimosso con la forza”.
Sul versante opposto, l’Iran, che chiede una “soluzione politica ragionevole” ma insiste sulla necessità di garantire una continuità politica verso un nuovo governo, ovvero di far partecipare il regime di Assad alla fase negoziale con cui si spera di porre fine alla guerra. (askanews)