Ogni settimana circa tre milioni di persone si trasferiscono nelle città, contribuendo all’urbanizzazione del mondo, e in gran parte sono migranti con uno straniero su cinque che vive nelle principali megalopoli. Lo rivela l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), secondo cui il 54% della popolazione mondiale vive nelle città, vale a dire 3.900 milioni di persone. Numero che salirà a 6.400 milioni nel 2050.
Le migrazioni di massa e l’ente miliardario che le “promuove” (Oim)
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I dati sono contenuti nel rapporto ‘Migrazione e città, nuova collaborazione per gestire la mobilità’, presentato durante una conferenza sul tema. I migranti sono i principali responsabili dell’aumento della popolazione urbana e, di fatto, uno straniero su cinque vive nelle megalopoli. In città come Sydney, Londra e New York gli immigrati rappresentano oltre un terzo della popolazione, mentre in altre come Bruxelles o Dubai sono la metà.
Nel mondo ci sono circa 232 milioni di migranti internazionali e 740 milioni di migranti interni. Circa la metà dei primi vive nei dieci Paesi più urbanizzati e ad alto sviluppo socioeconomico: Australia, Cadana, Stati Uniti, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Russia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Mentre le grandi città di questi Paesi continueranno ad assorbire la popolazione straniera, si prevede che a breve termine le città medie di Africa e Asia accoglieranno “quasi tutta la crescita urbana del mondo”.
Le stime rivelano che ogni giorno circa 120mila persone emigrano in città della regione Asia-Pacifico, tanto che entro il 2050 la popolazione nelle aree urbane sarà del 63%. Tuttavia, l’Oim denuncia che i programmi di pianificazione urbana non contemplano la migrazione come un fattore da tenere in considerazione. E quando essa viene considerata, è nel nord del mondo.”A livello globale, le politiche di migrazione e urbanizzazione tendono a essere discusse in luoghi diversi, cosa che sfocia in una grave mancanza di coerenza politica”, si legge nel rapporto. Nel sud soprattutto, aggiunge, la mancanza di pianificazione dell’immigrazione urbana ha portato allo sviluppo di quartieri di baracche, dove mancano i servizi di base. Secondo l’Onu, su tre persone che vivono nelle città nei Paesi in via di sviluppo una di esse vive in baracche, e in gran parte si tratta di immigrati. (LaPresse/EFE)