Imam romano predica il jihad su Twitter

La parola jihad non compare nei messaggi e tra i documenti che pubblica per divulgare la dottrina di quell’Islam dal culto ossessivo e distorto. Anche le foto e i video all’apparenza non destano sospetti.

jihad

Il suo profilo, però, è quello tipico dei «predicatori di odio» e con ogni probabilità si tratta di un italiano, convertito all’Islam più estremo, con origini romane. Lui stesso si definisce: «Italiano, ex cittadino di Roma, ritornato all’Islam». Invece che reclutare e addestrare nuovi martiri nelle moschee, infatti, oggi si utilizzano la Rete e i social network. Nell’oscurità del web i predicatori di odio si muovono come fanno i tabligh, all’apparenza innocui, quando vagano da un luogo di culto all’altro, instillando l’odio e la violenza verso i miscredenti, sussurrando parole di fuoco alle orecchie dei fedeli.

L’elogio del martire che si immola per portare avanti la jihad, dunque, questa volta è affidato a brevi scritti postati da un profilo Twitter che appena sotto la foto che ha scelto per l’account, scrive: «Italiano, ex cittadino di Roma, ritornato all’Islam». Suo anche un blog dal quale è possibile scaricare e leggere manuali e pensieri distorti: «Uno dei segni della devianza dei Musulmani di oggi è che arrivano perfino a pagare per fare la hijra nella terra dei crocifissi».

Come l’imam di Schio, il 37enne algerino Sofiane Mezzerregres espulso dall’Italia nelle settimane scorse per motivi di ordine pubblico perché instillava l’odio verso l’Occidente ai bambini nelle moschee, anche per il predicatore online ascoltare musica e utilizzare gli strumenti musicali è peccato. Dal suo account Twitter è addirittura possibile consultare una breve guida dal titolo «La proibizione della musica e del canto», in cui traduce le parole e le fatwe sull’argomento di imam, Tabì uno dei sapienti che nel tempo hanno imposto ai veri fedeli di allontanarsi dalle pratiche dei miscredenti. Questi ultimi, infatti, «saranno colpiti da un cataclisma, compenso del loro agire. La disgrazia sarà prossima alle loro case, finché si realizzi la promessa di Allah».

Sconvolge anche quello che si legge in uno dei manuali dal titolo «Conseguenze per chi non aderisce all’Islam»: «Forse che la gente delle città è al riparo dal Nostro castigo severo che li colpisce in pieno giorno mentre si divertono?». E poi, come un imam compassionevole e ispirato dalla dottrina del Corano, prosegue: «Ma se non crederai e disobbedirai al tuo Signore, perderai in questo mondo e nell’Aldilà. Sarai esposto alla Sua collera e punizione in questo mondo e nell’Aldilà. Sarai simile al più malvagio e folle della creazione, e al peggiore dei diavoli, dei peccatori, dei malfattori e delle false divinità. Questo in termini generali».

Parole di fuoco e deliri che proseguono quando, in un altro testo reperibile scavando nell’account, a proposito dei musulmani arrestati con l’accusa di terrorismo, parla anche dell’Italia: «L’America, lo Stato che ha ucciso e continua a uccidere milioni di persone, pur perseguendo simili numeri si batterà per i suoi interessi imprigionando le persone nell’isolamento fino alla morte. Essi non provano vergogna nel fare questo, e purtroppo, il nostro paese non prova vergogna nel seguirli come un barboncino segue il suo padrone».

Tra gli insegnamenti del predicatore, poi, non manca una guida ai fedeli che hanno problemi con «una moglie difficile». Anche in questo caso emerge il ruolo della donna sottomessa all’uomo a cui è negato tutto, anche «la possibilità di divorziare dal marito».

Francesca Musacchio  IL TEMPO