GIOVANE PROMESSA DELLA DANZA CHIUSA IN CASA: VORREBBE STUDIARE A MILANO, IL TRIBUNALE LE IMPONE ROMA – SIAMO SICURI CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL BENE DEI BAMBINI?
Lettera aperta dell’avvocato Francesco Miraglia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
e al ministro della Giustizia Andrea Orlando
ROMA. C’è una ragazzina, una ballerina di 14 anni che vive a Ferrara con la madre: sogna di danzare alla Scala di Milano, ha ottenuto di essere ammessa a una scuola di danza milanese. Potrebbe coronare il suo sogno, ma una diatriba tra i genitori ha coinvolto il Tribunale di Roma, il quale ha stabilito che la giovane debba allontanarsi dalla mamma e frequentare una scuola romana. Lei si rifiuta e si chiude in casa, la madre viene denunciata penalmente per non aver ottemperato alle disposizioni del giudice, la ragazza teme ogni squillo del campanello, terrorizzata che la portino di forza nella capitale. A nulla è valsa la nomina da parte del Tribunale di una tutrice, col compito di convincerla a trasferirsi a Roma. La giovane è ferma nella sua volontà di studiare Milano. E’ giustizia, questa? Si sta facendo davvero il bene di questa ragazzina? Seguo il caso in qualità di difensore della madre e mi rivolgo direttamente a lei, presidente Mattarella, come presidente del Consiglio superiore della Magistratura, invocando la Sua attenzione a che la giustizia venga amministrata in modo equo e che non si dimostri, come purtroppo succede molte volte, forte con i deboli e debole con i forti. E questa è una di quelle volte.
Mi rivolgo anche a lei, ministro Orlando, affinché intervenga a far sì che il dicastero che lei amministra sia veramente “giusto”. Lo faccio con il rispetto dell’istituzione che lei rappresenta e con il rispetto per la legge che io, in qualità di avvocato, ogni giorno sono chiamato a onorare. Ma ciò che si sta facendo a questa ragazzina non è giustizia.
Sta vivendo peggio che se fosse stata condannata alla detenzione carceraria, senza però aver commesso reato alcuno. Può dirsi una colpa quella di essere nata da due genitori che non vanno d’accordo? Può dirsi colpevole di aver vissuto sempre con una madre, ballerina a sua volta, che l’ha iniziata e indirizzata alla danza, che la giovane ha dimostrato di adorare di amore vero e non per imposizione materna?
A Roma non vuole andare e nessun’altra scuola può accettarne l’iscrizione senza il nulla osta del Tribunale. Lei pertanto sta perdendo giornate di studio prezioso. Cosa ha risolto questo provvedimento? Di accrescere il grave stato di ansia che la ragazzina sta vivendo e il suo allontanamento dal mondo che tanto ama. Chiede solo di ballare dove vuole, lei come i cinquemila e oltre membri del gruppo Facebook che la sostiene. Perché, egregio ministro, questo caso ha suscitato l’indignazione popolare: perché non anche all’interno delle aule di Tribunale? Se è vero che il sentimento comune non sempre è in linea con quanto viene stabilito dalla legge, la quale va sempre e comunque rispettata, in questo caso non si ravvisano reati, né maltrattamenti che imporrebbero – quelli sì – il giusto allontanamento della giovane dalla casa materna. Non è questo il caso, ma a pagare, come spesso silenziosamente e lontano dal clamore dei media e dei social network accade a tanti bambini strappati alle famiglie, è soltanto una ragazzina di 14 anni, che non vuole nulla dalla vita se non poter ballare.
Spero che il mio appello non resti inascoltato e che magari Lei, ministro Orlando, possa interessarsi a questa vicenda e decida di convocarci, per ascoltare dalle sue stesse parole lo strazio e l’angoscia che questa ragazzina sta vivendo.
Avvocato Francesco Miraglia
La 14enne, che sta soffrendo molto per questa situazione, ha scritto al garante una lettera accorata, inviata anche ai giornali per conoscenza:
Gent. Garante,
Mi chiamo I. e ho 14 anni. Sono di Ferrara, dove vivo con mia mamma.
Da quando ero piccola studio danza classica professionalmente con tanta passione. Negli ultimi anni sono stata al Teatro dell’Opera di Roma, pur mantenendo la residenza nella mia città natale. Da più di un anno però desidero andare a Milano. Finalmente a giugno ho vinto il posto al centro di danza Aida di Milano, sono stata ammessa al 4º corso e ne sono orgogliosa. Avevo già conosciuto le mie compagne di corso e gli insegnanti. Mi trovavo benissimo, ero felice e soddisfatta.
È la MIA vita e so che lí mi possono preparare per le audizioni per altri centri prestigiosi perché il programma didattico è in linea con quello internazionale. Da gennaio infatti vorrei fare le audizioni per esempio all’Opera di Vienna, l’Opera di Parigi, l’Accademia di Stoccarda, la Scuola di Montecarlo, il Balletto Danese, La Scala di Milano, dove il liceo abbinato è il Linguistico. Io voglio fare questo liceo perché il Francese,l’Inglese e il Tedesco mi serviranno per la mia carriera di danzatrice.
Quando mia mamma ha chiesto il nullaosta a mio padre, col quale io non vivo da quando avevo poco più di un anno e che NON VOGLIO assolutamente vedere a causa dei suoi comportamenti morbosi e delle molestie sessuali nei miei confronti (questo l’ho già detto al Tribunale) lui si è vendicato rifiutando di firmare. Allora mia mamma si è rivolta al tribunale che invece di far RISPETTARE I MIEI DIRITTI mi vuole OBBLIGARE ad andare a Roma in un liceo classico (ed io voglio andare al linguistico) e in una scuola di danza diversa da quella che ho scelto.
Io sono sempre stata molto brava a scuola, ho sempre studiato e ho sempre preso dei bellissimi voti. Non capisco quindi perché mi si dovrebbe punire in questo modo. Quel giudice non mi ha voluto ascoltare e non mi lascia frequentare la scuola che desidero ( ho già perso più di un mese!!). La mamma ha provato a convincermi ad andare a Roma ma io non voglio perché CONOSCO I MIEI DIRITTI. Ho sempre fatto il mio dovere e non mi merito questa ingiustizia. La cosa più orribile è che il tribunale vuole portarmi via dalla mia mamma con la forza. Io sono terrorizzata. Voglio tanto bene alla mia mamma, sono cresciuta fino ad adesso con lei ed è una bravissima persona. È la mamma più brava del mondo.
AIUTATEMI.
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