Lunedi’ prossimo 26ottobre Papa Francesco ricevera’ nell’Aula Nervi 5mila zingari delle etnie rom e sinti, con i quali ricordera’ i 50 anni della storica visita di Paolo VI al Campo Nomadi di Pomezia, avvenuta il 26 settembre 1965. In quell’occasione Montini defini’ gli zingari “pellegrini perpetui”. Dopo l’incontro, rom e sinti – in arrivo in queste ore a Roma da tutta Europa ma anche da alcuni paesi dell’America e dell’Asia – saranno ospiti a pranzo in Vaticano.
Intanto, annuncia il sito specializzato Vaticaninsider, gia’ nel tardo pomeriggio di oggi gli zingari invitati dal Papa vivranno “un momento molto significativo sara’ una Via Crucis dei gitani al Colosseo insieme al cardinale vicario di Roma Agostino Vallini. E domani mattina – poi – al santuario del Divino Amore e’ in programma la messa domenicale che verra’ presieduta dal presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, il cardinale Antonio Maria Veglio’.
“Cinquant’anni fa – ricorda Vaticaninsider – Paolo VI non ignoro’ la storia complessa e dolorosa del rapporto tra gli zingari e le citta’ in cui si accampano. Ricordo’ le vittime delle persecuzioni razziali, ma invito’ anche le comunita’ nomadi a riconoscere i passi avanti compiuti nell’accoglienza.
Soprattutto Montini indico’ concretamente una strada possibile per una fraternita’ vera: “Come voi gradite trovare ristoro e ospitalita’ gentile, dove vi accampate – disse – cosi’ dovrete procurare di lasciare a ogni tappa un ricordo buono e simpatico: che la vostra strada sia disseminata da esempi di bonta’, di onesta’, di rispetto. Forse qualificandovi meglio in qualche lavoro artigianale potrete perfezionare il vostro stile di vita a vostro e altrui vantaggio”.
Nella nota che presenta l’appuntamento di questi giorni, il Pontificio Consiglio per i Migranti ha voluto ricordare che sono in crescita le vocazioni alla vita religiosa provenienti da queste comunita’. La Chiesa annovera gia’ tra i propri beati un gitano: Zeffirino Gimenez Malla, figlio di nomadi, proclamato da Papa Benedetto XVI “martire del Rosario”. E di altre due figure – anche loro provenienti dal mondo delle carovane e morte durante la persecuzione religiosa della guerra civile spagnola – e’ in corso il processo di beatificazione: Emilia Fernndez Rodri’guez – morta per le complicazioni di un parto mentre si trovava in carcere – e Juan Ramo’n Gil Torres, ucciso per non aver voluto rinunciare a una processione. AGI
Vi racconto una storia, che, si ben inteso, è solo una storia così come l’hanno raccontata a me: nella notte dei tempi, quando arrivarono gli zingari, essi rubavano, vivevano di truffe, rapimenti perciò erano invisi alla popolazione, stavano per essere cacciati, quando i loro capi stressero un accordo con l’istituzione più potente e corrotta d’europa, la chiesa cattolica, l’accordo prevedeva che gli zingari dividessero parte del bottino delle razzie, con la chiesa, in cambio ne avrebbero avuto la protezione.
Ecco la storia, ma è solo una storia.