Urbino è una città splendida ed il suo centro storico è patrimonio dell’umanità.
Nel momento in cui scrivo, però, non direi altrettanto della sua Università.
In questo mese ho partecipato a DUE concorsi pubblici con i quali Uniurb ha in un caso stabilizzato a tempo indeterminato una sua dipendente e nel secondo (con ogni probabilità, dato che all’orale è stata ammessa solo lei) assumerà una collaboratrice co.co.co. che dal 2009 non ha mai interrotto il proprio rapporto di lavoro nel dipartimento del presidente della commissione giudicatrice per più di sei mesi.
Contratto cococo da giungo 2015 a giugno 2016, che però non garantisce, per gravidanza, le stesse tutele del tempo determinato.
Mi aiutate a capire perché far muovere e spender soldi a ragazzi e ragazze da tutta la nazione per concorsi nei quali si sa già chi dovrà vincere? Ditelo prima e ce ne stiamo a casa. L’Università ora ha anche una quarta missione, assistenziale?
Cerchiamo di inquadrare la situazione. Nel primo caso il concorso a tempo indeterminato era per l’Ufficio KTO, per intenderci Brevetti e Spin-off, del Servizio Ricerca e Relazioni Internazionali, ufficio nel quale lavora da 5 anni una sola addetta, con meritati articoli su blog e non solo. Essendo concorso per titoli e merito neanche aggiudicandosi il massimo in ciascuna prova d’esame si può superare il punteggio di chi ha, sommato al risultato di prova scritta ed orale, anche gli anni di servizio prestati nell’ufficio per il quale è indetto il bando.
Salvo che tu stesso non abbia lavorato nello stesso ufficio, magari di altra università, per un numero uguale o superiore di anni.
E va bene, settimane di studio e viaggi da Imola a Urbino sprecati. Il punteggio più alto allo scritto l’ho preso io, ma alla fine dei conti il posto di lavoro chi se lo meritava, più di lei?
Forse la seconda classificata? Beh, no problem, lei vincerà il successivo.
Il secondo concorso è per lo stesso Servizio, stessa stanza e stesso coordinatore, ma questa volta la denominazione delle postazioni è Ufficio Ricerca. La materia d’esame sono i principali bandi nazionali ed internazionali sulla ricerca e le relative modalità di partecipazione, presumibilmente per sfruttare al meglio le opportunità offerte da Europa 2020 e quindi dai finanziamenti comunitari, siano essi appartenenti al programma quadro 2014-2020 o ai fondi strutturali e di investimento.
Bene, ammessi alle prove concorsuali saremo stati una sessantina? Molti magari si erano già scoraggiati visto l’esito del precedente e non si sono presentati.. ma allo scritto quanti eravamo? 40, 30, metti anche che ci vedevo doppio ed in realtà fossimo in 20… Fatto sta, che tra laureati in scienze internazionali e diplomatiche, tra chi aveva il Master in europrogettazione e chi aveva conquistato a Risiko questo mondo e quell’altro, hanno ammesso all’orale una sola persona. Già, quella persona.
E se ciò non bastasse, entra in campo la moltiplicazione dei punti e dei riconoscimenti. La valutazione titoli e servizio passa da 3,5 (1 ottobre) a ben 12 punti (15 ottobre), per un moltiplicatore a me sconosciuto e nel bando non rintracciato.
All’orale l’assistente amministrativa vede entrare tre persone come pubblico e chiede “ma loro possono entrare?”, il presidente della commissione, Direttore del Dipartimento nel quale lavora la candidata e Prorettore alla ricerca, ovviamente acconsente di buon grado, così come gli altri due membri della commissione. Fra l’altro un solo esterno, dall’Università di Ferrara, rimasto invariato nei due concorsi.
(Ad orecchio malizioso la domanda sembra più intimidatoria che per conoscerne la risposta ma dicono che a pensar male delle volte ci si sbaglia, quindi facciamo finta di niente)
In aula ci sembra che la candidata risponda discretamente ad una sola domanda e ci segniamo sul quaderno i quattro quesiti e relative risposte, dalla seconda in poi in realtà date più dal presidente della commissione che dalla ragazza, nel tentativo di aiutarla a dire qualcosa, a superare la difficoltà risultanti dalle sue stesse domande…
Va beh, che importa, i voti sono opinabili e 21 è il minimo per passare. Il minimo è più che sufficiente per vincere un concorso nel quale sei la sola ad avere accesso all’orale. Fine della storia, fine delle speranze di gloria, fine dei viaggi avanti e indietro da Urbino.
Nei due concorsi avranno partecipato un totale di 80-100 persone, molti molti meno rispetto alla media; forse si è sparsa la voce? A voi la parola..
Vi sembra che l’Italia possa utilizzare in modo efficace ed efficiente gli 80 miliardi stanziati dal programma europeo Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione se gli Atenei per farlo assumono tramite concorsi di questo genere il personale che dovrà redigere i progetti? Per non parlare degli altri 1.136,8 milioni di euro di cooperazione territoriale che l’Italia ha a disposizione e della quale anche le Università potrebbero beneficiare.
#BuonaUniversità Viva la ricerca. Viva l’Italia e la meritocrazia.
Meritocrazia che oramai, nel nostro bel paese, sembra essere il valore meno “giusto”, meno conveniente, ed è quindi esiliata in una latitanza obbligata. Obbligata da quella parte di società che dei dettami costituzionali gliene frega niente, che tanto può tutto, che tutto gli è dovuto. Perdonate il gergo, ma non ho studiato abbastanza. Perché una cosa mi è chiara, non si studia mai abbastanza.
Non son qui a giudicare il merito o demerito dei singoli individui, non ho ancora potuto leggere gli elaborati e non conosco personalmente le capacità e conoscenze dei soggetti coinvolti. Ma non ci siamo proprio.
Perché il comune che ha visto nascere metà della mia famiglia tollera tutto questo? E perché l’Università in cui vorrei lavorare non difende i principi del suo Codice Etico, la sua credibilità?
Voglio sperare che tutto sia fatto in buone fede, ma mi riesce molto difficile.
“ART. 10 – NEPOTISMO E FAVORITISMO
1. L’Università di Urbino sorveglia che non si verifichino situazioni di nepotismo e di favoritismo, in quanto contrastanti con la valorizzazione dei meriti individuali, con l’equità, la giustizia e l’imparzialità, e richiede a tutto il personale dell’Università, di ruolo e non, di astenersi da tali pratiche e, se necessario, opporvisi.”
L’elenco degli ammessi alle prove scritte, in entrambi i casi, non è stato pubblicato e questo post è probabilmente l’unico modo per reperire in breve tempo i contatti di altri artecipanti. Solleverà dei dubbi, ma credo siano legittimi.
Per quel che mi riguarda, continuerò ad attendere una risposta alla Naspi richiesta due mesi fa e cercherò lavoro in altri lidi.
Un ringraziamento speciale a Greta. Come scriveva Pasolini: fu più umana l’umana ingiustizia se prima di ferirmi è passata per te
Simone Valentini