Sei giovane e, magari, appassionato di politica? Attenzione, perché ad alcuni prof non solo la cosa potrebbe non andare a genio, ma potresti anche rischiare di vederti abbassare un voto per divergenze di pensiero con il docente. Ed è proprio quello che è accaduto il 19 ottobre scorso in un Istituto tecnico di Tivoli, dove uno studente è stato ripreso nel giudizio dato a un tema per averne criticato la traccia, considerata dal ragazzo fin troppo ‘clericale’. A denunciare l’episodio, l’Unione degli studenti sulla sua pagina Facebook.
“Dopo i numerosi viaggi di Papa Francesco nel mondo (America in specifico) ci potrà essere una pace mondiale? Argomenta il tuo pensiero”. Questo il titolo del compito in classe di italiano, e questa – come riporta ‘Ts – il quotidiano della Scuola on line’ – l’argomentazione dello studente mal digerita dal prof: “La logica della guerra si batte attraverso le mobilitazioni popolari e non, come suggerito dal titolo, con i viaggi di Papa Francesco”. Niente di particolarmente irriverente, ma è a quel punto che il docente corregge il compito, lo valuta con un 6 e decide di motivarlo con il giudizio delle polemiche: “Devi scrivere meglio – si legge nella nota – alcuni concetti sono un po’ troppo condizionati dalla tua visione politica e dalla tua giovane età”.
Come prevedibile, la valutazione non viene granché apprezzata dal ragazzo, che per protesta recapita il tema direttamente all’indirizzo dell’Uds, pronta a dare battaglia per difendere il pensiero critico degli alunni: “Quella che leggete – commenta infatti l’Unione degli studenti sulle sue pagine social – è l’assurda motivazione del voto affibbiata ad uno studente che ha espresso le sue idee su un tema. La scuola italiana non lascia spazio al pensiero critico, preferendo l’educazione al pensiero unico, all’accettazione passiva. La scuola italiana, ancora peggio con l’approvazione della riforma di Renzi, rischia di diventare un luogo fondato esclusivamente sulla competizione, la disciplina, il nozionismo, una didattica frontale e una valutazione punitiva, incapace di valorizzare le differenze”.
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