Roma, Marino sfida tutti: “forse torno, non sono indagato”. Pd in crisi di nervi

 

Il sindaco dimissionario di Roma, Ignazio Marino, replica agli esposti “vergognosi” di M5S e FdI, afferma di “non essere indagato” e di voler “riflettere” sulle sue dimissioni, verificando l’esistenza di una maggioranza politica.

marino

Ma il Pd frena: “Non ci sono le condizioni per proseguire l’esperienza amministrativa della giunta Marino. E quindi se il sindaco dimissionario di Roma dovesse decidere di tornare sui suoi passi per ritirare le dimissioni, il Pd non sarebbe disposto a seguirlo”. E’ quanto emerge dall’incontro tra il presidente nazionale del Pd, Matteo Orfini, e i consiglieri capitolini del partito. A quanto riferiscono alcuni presenti alla riunione, i Dem sarebbero dunque intenzionati a confermare la linea gia’ stabilita’ a ridosso delle dimissioni di Ignazio Marino.

In una conferenza stampa, Marino afferma: “Volevo parlare ai romani e agli italiani perche’ il 12 ottobre ho firmato la lettera dimissioni in seguito a esposti da alcune forze politiche in relazione a vicende che mi riguardano.
Quando il 12 ottobre scrissi una lettera alla presidente dell’Assemblea Capitolina Valeria Baglio dissi che, cosi’ come prevede la legge, scrivevo la mia lettera di dimissioni prendendomi 20 giorni per fare le opportune riflessioni e verifiche.

Ed e’ quanto ribadisco oggi: in questi 20 giorni mi riservo di riflettere e verificare”. Secondo Marino: “Gli esposti del Movimento Cinque Stelle e di Fratelli di Italia nei miei confronti sono vergognosi, perche’ scritti o da ignoranti o da persone in malafede. Mi sono dimesso perche’ ho rispetto dell’autorita’ giudiziaria e auspicavo di presentarmi ad essa da dimissionario per spiegare i fatti relativi agli esposti.
Non sono iscritto nel registro degli indagati, sono entrato in procura come persona informata sui fatti. E cosi’ ho lasciato la procura. Non sono indagato. Non ho usato denaro pubblico a fini privati ma ho semmai usato denaro privato a fini pubblici”. Il sindaco dimissionario della capitale ha anche posto un punto politico, quando ha detto di voler verificare la possibile esistenza di una maggioranza all’interno dell’Assemblea capitolina pronta ancora a sostenerlo: “Fa parte – ha detto Marino – delle verifiche che bisognera’ fare”.

Rispetto all’indagine aperta dalla magistratura romana, a fare il punto e’ l’avvocato Enzo Musco, legale del sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino: “Davanti alla magistratura ci siamo difesi sull vicenda degli scontrini senza accusare nessuno ma spiegando come funziona la burocrazia romana: gli scontrini venivano portati in Comune il giorno dopo gli appuntamenti istituzionali e registrati dopo molto tempo; e da parte di coloro che li registravano non veniva commesso alcun falso, perche’ si tratta di una prassi burocratica validata anche dal regolamento Anci sui rimborsi. Una persona con impegni cosi’ gravosi non puo’ ricordare con esattezza cene o appuntamenti anche a 15 mesi di distanza”.