PESCARA – “Lo perdono, non era in sé al momento del delitto. Proviamo a ricominciare una nuova vita insieme”. Patrizia Silvestri, come racconta il Corriere della Sera, ha riaccolto nella loro casa di Pescara il marito Massimo Maravalle. Il diciotto luglio dell’anno scorso l’uomo, in preda a un raptus, soffocò nel sonno il loro bimbo adottivo, Maxim, di cinque anni.
La donna, avvocato pescarese, ha perdonato il tecnico informatico che soffre di un disturbo psicotico. Maravalle ha trascorso quattordici mesi in un ospedale psichiatrico giudiziario ad Aversa, ed ora è tornato a Pescara dove spera di ricominciare una vita normale. L’uomo è stato giudicato incapace di intendere e volere al momento del delitto, quando soffocò nel sonno con un cuscino il piccolo Maxim.
Ora, secondo gli psichiatri che lo hanno seguito e che continueranno a monitorare costantemente il suo stato di salute mentale, Maravalle non è socialmente pericoloso, a patto che prosegua costantemente le cure ed i controlli. Il tecnico informatico, riferisce la moglie, è afflitto dal senso di colpa per l’omicidio del figlio adottivo. La coppia è indagata per falso in concorso in merito alla questione dell’adozione di Maxim.
Secondo l’accusa, i due avrebbero nascosto la patologia che aveva colpito da anni Maravalle, ma la moglie nega sottolineando come sia stato presentato un certificato medico con la patologia mentale del marito e le relative cure. Proprio l’interruzione delle cure, secondo la Silvestri, sarebbe una delle principali cause del raptus di follia omicida. Una sospensione concordata con lo psichiatra del 48enne. (da ilPescara)
Ogni persona sensata vorrebbe rimanere chiusa in una stanza, la notte, con un pazzo che appena un anno prima ha ucciso un bambino.