Mattarella contraddice il capo economista della Bce “l’euro va rafforzato”

SERGIO MATTARELLA

 

L’euro “rappresenta oggi una forza motrice dell’Unione. La crisi ne ha sottolineato l’esigenza di rafforzamento”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale i deputati italiani al Parlamento europeo.Il confronto sulla moneta unica e su una Europa più coesa “coinvolge l’intera architettura dell’Unione e – ha detto il capo dello Stato – pone il tema di un governo più coinvolgente e più capace di compensare e ridurre gli squilibri interni”.

Per Mattarella “aver evitato l’uscita della Grecia dalla moneta unica ha dimostrato una positiva capacità di reazione” da parte dell’Unione, “proprio quando si è arrivati in prossimità del punto di rottura. Ma l’Europa – ha sollecitato – deve uscire da una logica emergenziale che la rende debole e meno credibile, anche per porre le basi di una nuova fase di crescita e per sanare le ferite sociali prodotte dalla crisi economica”. (askanews)

Capo economista della BCE: “L’euro non funziona, è stato un fallimento”

L’euro è stato un fallimento. Questo in estrema sintesi il messaggio emerso nel corso di un intervento di Peter Praet, capo economista della Bce, nel corso di una conferenza in Germania alla BVI Asset Management.

Peter-Praet

In una lunga fila di grafici, che prendono in esame alcuni dei principali indici macroeconomici, viene fuori un infelice trend al ribasso, a partire dalle prospettive di crescita a cinque anni. Da quando è stato introdotta la moneta unica, si è passati da una crescita del 2,7% all’attuale 1,4%.

Tra i fattori che hanno trascinato in basso la crescita, il decremento della produttività che al momento resta più bassa dei livelli del 2007. Non solo. La forbice dell’indicatore tra Usa e Eurozona si è progressivamente allargata nel corso degli scorsi 20 anni. Tale situazione si è verificata, a sua volta, come conseguenza di una riduzione costante degli investimenti.

Di conseguenza, il numero di disoccupazione nei paesi della zona euro ha continuato a crescere con picchi del 25% in Grecia e del 22% in Spagna. Se è vero che ci sono paesi come la Germania, l’Austria e il Lussemburgo che hanno tassi di disoccupazione molto bassi, che incidono positivamente dunque sulla media, Grecia, Irlanda, Spagna, Italia, Portogallo e Slovenia continuano a mostrare un mercato del lavoro decisamente vulnerabile. Ne deriva che il tasso medio di disoccupazione resta a doppia cifra. Livello in cui si colloca anche la Francia con una percentuale di non occupati del 10,5%. (mt)  Wolf Street