Narcotizzavano anziani per derubarli: 4 romene arrestate, 13 rapine accertate

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Quattro arresti. Tredici le rapine accertate. Le zone di Roma quelle prese di mira. Nella notte, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Monte Sacro, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di 4 donne romene, appartenenti ad una famiglia dimorante nella zona della Borghesiana, alcune delle quali con numerosi precedenti penali e di polizia alle spalle, che negli ultimi mesi avevano messo a segno una serie di colpi ai danni di anziani.

LE INDAGINI – La banda somministrava alle vittime considerevoli dosi di sonnifero, per poi saccheggiarli di cellulari, orologi, monili in oro e di quant’altro potesse essere facilmente trasportato senza dare nell’occhio. L’arresto è scaturito da un’attività di indagine avviata dai militari a seguito di 2 rapine in abitazione compiute a gennaio 2014 ai danni di due persone anziane, residenti nei quartieri Talenti e Tufello.

IL MODUS OPERANDI – Le vittime, dopo essere state contattate telefonicamente da finte badanti in risposta ad un annuncio pubblicato su un noto periodico romano ed aver organizzato un incontro presso le loro abitazioni, venivano narcotizzati con un potente sonnifero, miscelato con un escamotage in una bevanda che le donne si facevano offrire.

bergoglioCaduti in un sonno profondo, i malcapitati si risvegliavano solo dopo diverse ore, ricordando a malapena quello che era successo e scoprendo che la loro abitazione era stata svaligiata dalle avvenenti donne che potevano agire indisturbate e con calma, approfittando dello stato di incoscienza delle loro vittime e contando sull’aiuto di complici che attendevano all’esterno.

SISTEMA BEN DEFINITO – Il sistema era collaudato. Lo studio dei tabulati telefonici consentiva ai militari dell’Arma di individuare una rosa di individui, tutti romeni e gravati da precedenti specifici, di cui veniva accertata la responsabilità nella commissione di ben 13 rapine ai danni di altrettanti anziani, residenti in diversi comuni del Lazio, tutte compiute secondo uno schema ben preciso che partiva dall’oculata scelta della vittima e terminava con l’immediata vendita della refurtiva.

L’AIUTO DI UN COMPRO ORO – Il bottino delle rapine, quantificato in diverse migliaia di euro, veniva venduto a privati attraverso l’opera di intermediazione di un insospettabile italiano, operante nel settore dei ‘compro oro’ e sentimentalmente legato alla figlia di una delle arrestate, così da renderne difficoltosa la riconducibilità ai legittimi proprietari.

ANZIANO IN COMA – Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato una delle donne destinatarie del provvedimento di cattura mentre si allontanava dall’abitazione della vittima di turno, un novantenne residente a piazza Sempione. Il tempestivo intervento dei Carabinieri, infatti, ha scongiurato la morte dell’anziano signore, cardiopatico e con importanti patologie il quale, a seguito dell’eccessiva somministrazione del farmaco narcotizzante, è stato ricoverato in ospedale in stato di coma per diversi giorni.

IL LINGUAGGIO IN CODICE DEI LADRI – L’attività di intercettazione, benché difficoltosa per l’utilizzo di schede telefoniche intestate a soggetti stranieri inesistenti, attivate peraltro attraverso la produzione di documenti d’identità falsi, ha permesso comunque di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai criminali che, per indicare il farmaco, utilizzavano il termine latte. In realtà si riferiva al Minias, medicinale a base di benzodiazepine, caratterizzato da un effetto rilassante, ipnotico e anestetico che, in dosi importanti e miscelato a bevande alcoliche, diventa un rapido sedativo.

LE ARRESTATE – Le quattro arrestate, indagate per i reati di “rapina aggravata, ricettazione e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi”, si trovano nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Un uomo, anch’egli destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, complice delle donne, è deceduto nel corso delle indagini.

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