Prodi ammette che la Libia è dilaniata da interessi delle “Grandi Potenze”

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Bisogna risolvere al piu’ presto la crisi libica, ma per riuscirci e’ necessario l’intervento delle grandi potenze. E’ il pensiero dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, secondo il quale, “la guerra di Libia e’ un episodio di insensatezza politica al di la’ di ogni considerazione”; infatti “attaccare guerra senza sapere cosa viene dopo in un Paese frammentato, che tra l’altro gli italiani conoscevano bene, mentre la Francia aveva altri interessi, voleva dire accendere un fuoco che poi non si riesce piu’ a spegnere”.

La priorita’ adesso, ha aggiunto Prodi al dibattito ‘Expo chiama Africa’, e’ “riassestare la Libia, e’ importantissimo, ma non si puo’ fare senza un accordo tra le grandi potenze perche’ sono guerre in cui tutti vogliono mettere becco”, tra questi Turchia, Qatar e gli altri Stati del Golfo.

“Se non c’e’ un interesse dall’alto il problema del terrorismo non si risolve”, ha sottolineato Prodi che ha precisato: “sia chiaro, Gheddafi era un dittatore pero’ quando si attacca un dittatore si deve sapere quello che si vuole.
Anche per il problema dell’immigrazione: volete che Gheddafi non mi minacciasse di mandarmi dei barconi? Ma quante volte ho discusso e ho evitato questo? Perche’ alla fine era un poteraccio, ma un potere c’era e una controparte c’era, e quando si distrugge questo senza sapere dove si va a finire si fa la piu’ grande tragedia politica della storia di questo mondo“. (AGI)