Per la prima volta dall’inizio dei raid russi in Siria, mercoledi’, i caccia inviati da Mosca hanno colpito Raqqa, roccaforte dell’Isis, dissipando i dubbi sul fatto che nel loro mirino dei bombardamenti ci siano anche le postazioni jihadiste.
Alexei Pushkov, presidente della Commissione Esteri della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha anticipato che i bombardamenti dureranno tra i tre e quattro mesi: “C’e’ sempre il rischio di rimanere impantanati, ma a Mosca parlano di tre/quattro mesi di operazioni”, ha spiegato intervistato da una radio francese. Poi ha chiarito, spiegando che le sue parole erano state prese fuori contesto. Pushkov ha anche risposto alle accuse, soprattutto americane, che Mosca sta colpendo zone dove sono presenti ribelli anti-Assad moderati e non jihadisti: “Gli Usa ci criticano per la mancanza di ‘selettivita” negli obiettivi. Ma cosa ha impedito per un anno di colpire loro gli obiettivi ‘giusti’, piuttosto che bombardare il deserto?“.
Proprio i Paesi che compongono l’alleanza a guida Usa che da mesi bombarda il ‘califfato’ hanno firmato un comunicato congiunto, insieme alla Turchia, per allertare che le azioni di Mosca costituiscono “un’ulteriore escalation” del conflitto e non potranno che aizzare ancora di piu’ il fondamentalismo.
Ma Mosca va avanti. Il ministero russo ha reso noto che nelle ultime ore sono stati colpite anche le province di Aleppo (nord), d’Idleb (nord-oves) ed Hama (nel centro): i bombardieri tattici Sukhoi-34 hanno colpito soprattutto “una postazione di comando che era stata camuffata” a Kasrat Faraj, a sud-ovest della citta’ di Raqqa; e hanno bombardato “un campo d’addestramento dell’Isis” vicino al villaggio di Maadan Jadid, 70km a est di Raqqa. In totale, in poche ore i caccia russi hanno compiuto 18 sortite nei cieli siriani, colpendo 12 obiettivi dell’Isis.
Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, gli aerei di Mosca hanno colpito anche Qaryatain,130 km 130 km a nord-est di Damasco, dove lo scorso 21 agosto l’Isis distrusse l’antico monastero di Mar Elian. Qaryatain sorge su uno snodo stradale strategico, che porta da Palmira alle montagne di Qalamun. E nella citta’, dopo la sua conquista, all’inizio di agosto, i jihadisti hanno rapito 230 civili, tra cui almeno 60 cristiani, comprese donne e bambini. Di questi, 48 sono stati rilasciati, ma 110 sono stati trasferiti proprio a Raqqa, cuore dello Stato islamico. agi