Il prestigioso Premio, istituito dall’Associazione Una Via Per Oriana nel 1997, viene assegnato a giornalisti, scrittori e autori che si siano significativamente distinti per il contributo alla promozione culturale e alla diffusione delle proprie opere sui processi che riguardano il mondo islamico, le problematiche relative ai rapporti con l’Occidente, che siano testimonianza dei temi della pace, dell’affermazione dei diritti sociali, civili, universali dell’uomo e soprattutto, per aver continuato a mantenere vive quelle coscienze che Oriana Fallaci con i suoi «Figli di carta», articoli, interviste e soprattutto con i suoi libri tradotti in diverse lingue e venduti in moltissimi Paesi, ha contribuito a risvegliare.
L’Associazione “Una Via Per Oriana”, nel proprio Statuto, come riportato anche nel proprio sito Internet: www.thankyouoriana.it , nella parte dedicata a identità e scopi, sottolinea che “Una Via per Oriana” “ha l’obiettivo di promuovere ogni iniziativa a favore dell’informazione e sensibilizzazione delle Sue battaglie a favore delle libertà democratiche contro ogni forma di terrorismo”. Tale finalità muove senza dubbio dalle convinzioni che hanno caratterizzato gli ultimi scritti di Oriana, stimolo non silenziabile affinché l’Occidente – quello spazio geo-culturale di radice romana, greca, cristiana e gerosolimitana – comprendesse senso e direzione della propria Storia contemporanea e realizzasse quanto solide fossero le proprie barriere politiche e culturali per difendersi dall’attacco frontale sferratogli dall’islamismo.
Vittorio Feltri fondatore di Libero ed editorialista de Il Giornale, come Oriana Fallaci ne «La rabbia e l’orgoglio», nel suo ultimo libro contro l’Islam: «Non abbiamo abbastanza paura» (edito da Mondadori) fa una riflessione su quel che resta della strage a Charlie Hebdo e delle primavere arabe. Ma come nel suo stile, prende una posizione forte contro la mollezza dell’Europa che non fa valere i suoi valori di libertà e non assume una reazione forte e decisa, rispetto all’integralismo islamico e soprattutto a quell’incubo che sembra inarrestabile che è l’avanzata dell’Isis.
Il “Premio”, istituito dall’Associazione che si batte affinché non cada l’oblio su una personalità di indiscutibile rilevanza come Oriana Fallaci, Giornalista, Scrittore, professionista animata da lucidità critica e passione civile che l’Italia ha il dovere di considerare tassello essenziale della propria storia culturale , è una preziosa opera realizzata dal Maestro del Vetro di Murano Alessandro Mandruzzato che rappresenta uno «Scrittore libero»: una base di vetro su cui è impressa la mitica frase: «Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre», poggia un Calamaio con imbevuta una Penna d’Oca e sulla cui cima posa una Farfalla intenta a spiccare il volo.
Ciò che conferisce oggettiva rilevanza al «Premio» è costituito dal parterre di personalità di primissimo piano a cui è stata conferita una «Menzione», ma soprattutto a chi è stato assegnato il «Premio» nelle precedenti edizioni. Tra loro ricordiamo: Maria Rosaria Omaggio; Bat Ye’Or; Geert Wilders; Fiamma Nirestein; Alexandre Del Valle; Magdi Cristiano Allam; Daniela Santanché; Renzo Martinelli.
La Giuria del Premio ha assegnato il prestigioso riconoscimento di questa edizione a Vittorio Feltri con la seguente motivazione:
Verità e libertà sono due valori fondamentali della vita umana. Beni preziosi che non cadono dal Cielo, ma vanno perseguiti, conquistati e salvaguardati, giorno dopo giorno nel rispetto di se stessi e degli altri.
Una pratica non facile data l’ambivalenza della natura umana e la crisi generale dei valori ideali che caratterizza drammaticamente i tempi correnti a cominciare dalla violenza del fanatismo della morte sulla cultura della vita.
Una battaglia pesante, moralmente e fisicamente, che pochi riescono a condurre in prima persona specie se ci si fa carico del bene comune cercando di risvegliare le sopite coscienze dei più.
Oriana è stata tra questi, una combattente a viso aperto per la verità e la libertà, con grande forza e coraggio contro i tanti nemici, dichiarati e non. Una crociata che oggi continua in chi crede in questi valori – che non sono solo dell’Occidente, ma Universali – e li difende quotidianamente con determinazione , ma anche con umana paura per la pericolosità del nemico, compresa quella di non riuscire a propagarne altrettanta nell’opinione pubblica.
Ma se è vero – come ha scritto per modestia e riconoscimento lo stesso nostro autorevole protagonista – che il coraggio di Oriana è stato seppellito con lei il 15 settembre 2006, crediamo che sia altrettanto vero che quello stesso coraggio è presente e anima da tempo l’impegno umano e professionale di Vittorio Feltri.»
Armando Manocchia @mail