Conti pubblici, Unimpresa: spesa pubblica in aumento di 40 miliardi

Spesa pubblica in aumento costante: il bilancio statale non verra’ sforbiciato e nei prossimi 5 anni crescera’ di quasi 40 miliardi di euro con un’impennata del 4,82%. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa che ha preso in esame le tabelle della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) approvato il 18 settembre scorso dal consiglio dei ministri.

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Dalla analisi emerge anche che le uscite passeranno dagli 826 miliardi del 2014 agli 866 miliardi del 2019. Sterilizzati gli investimenti pubblici, che resteranno stabili attorno ai 60 miliardi l’anno con un calo complessivo di 1,1 miliardi. Su le entrate, con il gettito fiscale in aumento di 107 miliardi dal 2015 al 2019 (+13,84%). Secondo l’analisi dell’associazione, in previsione non c’e’ alcun intervento rigoroso sul bilancio statale: le uscite saliranno costantemente rispetto agli 826,2 miliardi del consuntivo 2014. Nel 2015 saliranno a 831,5 miliardi, nel 2016 a 840,4 miliardi, nel 2017 a 842,6 miliardi, nel 2018 a 853,7 miliardi e nel 2019 a 866,1 miliardi.

Complessivamente, nel quinquennio si registrera’ un incremento della spesa pubblica pari a 39,8 miliardi (+4,82%).
L’incremento e’ legato esclusivamente alle uscite correnti (acquisti, appalti, stipendi) che, nel quinquennio, aumenteranno di 43,2 miliardi (+6,24%).

In diminuzione, invece, la spesa per interessi sul servizio del debito che beneficera’ verosimilmente della riduzione del divario di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi: il tesoretto legato allo spread sara’ pari a 2,2 miliardi tra il 2015 e il 2019 (-2,97%), ma verra’ di fatto bruciato dagli aumenti delle altre voci di spesa, piene di sprechi non toccati. Resta invariata, invece, la voce “uscite in conto capitale”, che corrisponde agli investimenti pubblici, stabile attorno a circa 60 miliardi l’anno: nel quinquennio si registrera’ una riduzione pari a 1,1 miliardi (-1,95%).

In crescita anche il gettito dello Stato: nel 2015 le entrate tributarie e previdenziali saliranno a quota 788,6 miliardi dai 777,2 miliardi del 2014; nel 2016 cresceranno ancora a 817,3 miliardi e poi a 843,2 miliardi nel 2017; nel 2018 e nel 2019 arriveranno rispettivamente a 866,6 miliardi e a 884,7 miliardi. Complessivamente, nel quinquennio si registrera’ un incremento di 107,5 miliardi (+13,84%).

Aumenteranno sia le entrate tributarie sia quelle derivante dai cosiddetti contributi sociali (previdenza e assistenza).
Per quanto riguarda le entrate tributarie l’aumento interessera’ sia le imposte dirette (come quelle sui redditi di persone e societa’, a esempio Irpef e Ires) sia le imposte indirette (tra cui l’Iva): le imposte dirette cresceranno in totale di 35,2 miliardi (+14,84%) mentre le indirette subiranno un incremento di 46,5 miliardi (+18,86%). Il sostanziale giro di vite su Irpef, Ires e Iva sara’ pari a 81,8 miliardi (+16,89%).

I versamenti relativi alla previdenza e all’assistenza cresceranno dal 2015 al 2019 di 23,3 miliardi (+10,78%). L’incremento delle entrate tributarie e di quelle contributive fara’ inevitabilmente salire la pressione fiscale.

Nello stesso Def, il peso delle tasse rispetto al pil e’ infatti previsto in aumento: quest’anno si attestera’ al 43,7%, superiore al 43,4% del 2014; nel 2016 salira’ al 44,2%, nel 2017 e nel 2018 si attestera’ al 44,3%, per poi calare leggermente al 44,0% nel 2019.

Nello stesso arco di tempo, la crescita economia, stando alle previsioni del governo, sara’ timida: il pil non fara’ scatti in avanti significativi ed e’ infatti dato in aumento dello 0,9% nel 2015, dell’1,6% nel 2016, dell’1,6% nel 2017, dell’1,5% nel 2018 e dell’1,3% nel 2019. (AGI) .