Un auspicio affinche’ “dal Consiglio europeo venga un consistente contributo per risolvere la crisi globale sui rifugiati” e’ stato espresso dall’Alto commissario per la Politica estera Ue, Federica Mogherini.
La Commissione Ue ha proposto un aumento di 1,7 miliardi di euro delle risorse per la gestione delle crisi umanitarie, per il biennio 2015-2016. Intanto, dall’inizio della crisi dei rifugiati, gli stanziamenti dal budget europeo per affrontarla sono quasi raddoppiati, da 4,6 a 9,5 miliardi.
Da Bruxelles e’ arrivata inoltre una richiesta di informazioni all’Italia sull’attuazione delle norme sulla raccolta delle impronte digitali dei migranti in arrivo e sulla direttiva rimpatri. Il primo vice presidente della Commissione, Frans Timmermans, ha inoltre ribadito l’appello all’Italia a rendere operativi “quando prima” gli ‘hotspot’, i centri di registrazione e smistamento dei migranti.
I leader Ue dovranno trovare una soluzione politica condivisa che vada oltre il ricollocamento obbligatorio dei rifugiati, approvato ieri a larga maggioranza dai ministri dell’Interno Ue, con l’opposizione di Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania.
Un segnale di apertura e’ arrivato da Praga, con il premier Bohuslav Sobotka che ha annunciato la decisione di non impugnare davanti alla Corte di giustizia Ue il meccanismo di ricollocamento di 120mila profughi. Intende andare avanti e portare le “quote obbligatorie” alla Corte Ue, invece, la Slovacchia. Proprio a causa del voto contrario di Bratislava, il capogruppo dei Socialdemocratici al Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha proposto la sospensione dal Pse del premier Robert Fico.
Non arretra neanche il premier ungherese, Viktor Orban, intenzionato a proporre agli altri leader dei 28 un incremento dell’1% nei contributi che i singoli Paesi membri versano all’Ue e un taglio alla spesa comunitaria complessiva pari ugualmente all’1%, in modo da accantonare 3 miliardi di euro per far fronte alla crisi. agi