Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (Pd) “l’unica strada possibile” per arrivare a una soluzione della crisi siriana è quella di “una transizione politica nel corso della quale o al termine della quale Bashar al Assad lasci il terreno”.
Secondo il nostro “democratico” ministro degli esteri non sono i siriani che devono decidere chi governa la Siria, ma gli stranieri, imponendo governi fantoccio sotto l’egemonia USA.
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Il ministro, ospite della trasmissione radiofonica Radio Anch’io, ha detto che “immaginare che, con alcune decine di bombardamenti, si possano cambiare gli equilibri militari” non è condivisibile. Per Gentiloni quella transizione che prima appariva impossibile in Siria, adesso “dopo l’accordo nucleare con l’Iran” comincia ad apparire possibile.
“Noi come Italia siamo sempre stati scettici” sulla bontà dell’impostazione di “far fuori Assad” con la “consapevolezza che le forze di opposizione erano limitate, con il rischio di creare un vuoto, in cui il terrorismo avrebbe potuto trovare spazio”.
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Sull’accresciuta presenza russa in Siria, il responsabile della Farnesina ha ipotizzato due letture: “Se vogliamo essere ottimisti, la Russia fa questa operazione per segnalare che ha un ruolo“. “Io tendo a dare alla presenza russa un’interpretazione più politica che militare – ha aggiunto il ministro – la Russia fa sapere di avere un ruolo”. Se invece avesse l’obiettivo di difendere a mano armata Assad fino all’ultimo, allora questo non semplificherebbe la situazione”.
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