Bonifica campo Rom, affidamenti diretti a coop per 260 mila euro e rifiuti spariti

Roma – Salone, per la bonifica del campo “affidamenti diretti a coop per 260 mila euro”

Due affidamenti diretti a un consorzio di cooperative per bonificare il campo rom di Salone dai rifiuti speciali frutto del rovistaggio. Niente bando di gara, nonostante gli importi superassero i limiti di legge, e una procedura di smaltimento del materiale che è tutta da chiarire. Il caso è oggetto di un’interrogazione parlamentare del senatore Andrea Augello al ministro Angelino Alfano.

In data 23 Maggio 2014, con determinazione dirigenziale n. 1997 del dipartimento Politiche Sociali della giunta Marino, veniva liquidato l’importo di 161.635 euro “per l’intervento urgente di bonifica presso il villaggio Rom di via di Salone, in favore del Consorzio di cooperative sociali Alberto Bastiani Onlus“, a fronte della fattura presentata dai beneficiari il 2 Aprile 2014.

Un intervento svolto dalle coop per smaltire i rifiuti rimasti accumulati dentro e fuori dal campo. Una prestazione ‘straordinaria’ sulla consueta filiera di rovistaggio-recupero-vendita di materiale ferroso da farsi in somma urgenza. Si tratta di un affidamento diretto che risale al 19 Dicembre 2013, che si somma a un altro precedente del 10 Dicembre di 97.814 euro, per un totale di circa 260 mila.

Prima questione sollevata nell’interrogazione: “perché il Dipartimento ha affidato i lavori a un consorzio di cooperative violando il codice degli appalti attraverso due affidamenti diretti?”. Seconda: perché farlo dal momento che il consorzio “è risultato privo di qualsiasi qualifica richiesta dalla legge per rimuovere o smaltire i rifiuti, e in particolare rifiuti speciali”?.

Sì, perché le coop non hanno eseguito direttamente i lavori, ma li hanno subappaltati interamente, come risulta dalla rendicontazione, alla società Ecoservice Srl. Questa – si legge nel testo dell’interrogazione – “ha provveduto a rimuovere i rifiuti, occupandosi anche del trasporto e del conferimento finale presso un impianto di trattamento, presso la discarica gestita dalla società Tecnoservizi Srl, nel Comune di Monterotondo”.

Terza ombra sulla procedura: qualcosa nei numeri legati alle quantità di rifiuti smaltiti non quadra. Stando a quanto allegato alle fatture, al Comune di Roma risulta lo smaltimento di 75.380 chilogrammi di rifiuti, mentre presso l’impianto ne risulterebbero consegnati soltanto 44.000. I numeri emergono dal confronto con gli appositi formulari consegnati alla Tecnoservizi Srl, e quanto rendicontato presso gli uffici capitolini.

“Svolgendo questo confronto – leggiamo nell’interrogazione – si evince che la Ecoservice Srl avrebbe conferito solo rifiuti definiti “imballaggi misti” – senza quindi alcuna traccia di rottami ferrosi, materiali edili, potature e rifiuti speciali presenti invece nelle aree di bonifica – mentre degli 11 formulari presentati al dipartimento negli allegati alle fatture, solo 7 risultano registrati in discarica”. Che fine hanno fatto i rifiuti speciali mancanti all’appello?

“Di quanto sopra richiamato – scrive il senatore – non è comparsa alcuna traccia nè nelle cronache giudiziarie riferite a Mafia capitale nè nei resoconti giornalistici riguardanti la relazione del Prefetto Gabrielli, nonostante sembrino inserirsi nel medesimo filone di malaffare evidenziato dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma, per di più aggravato da una serie di presunti reati ambientali”.

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