Centri benessere e massaggi come specchietto per le allodole. La Squadra Mobile di Brindisi ha sgominato un’associazione a delinquere dedita allo sfruttamento, all’induzione e al favoreggiamento della prostituzione di giovani ragazze cinesi guidata da un professore universitario dell’Ateneo del Salento. L’operazione, denominata ‘Peonia Rossa’ dal nome di uno dei centri massaggi nei quali le ragazze erano costrette ad esercitare l’attivita’ di meretricio ha portato all’arresto di dieci persone.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, le straniere venivano costrette a prostituirsi con violenze e minacce e, in alcuni casi, sarebbe stata paventata dagli organizzatori dell’attivita’ criminale anche la possibilita’ di ritorsioni nei confronti di parenti rimasti in Cina.
Quattro le strutture su cui si sono concentrate le indagini, anche un appartamento privato che – stando alle ipotesi di accusa – sarebbe stato direttamente sottoposto alla gestione del docente nella cui abitazione è stata trovata parte degli 80mila euro in contanti sequestrati.
Dalle stime fatte sulla contabilità in chiaro trovata dai poliziotti nei diversi centri benessere, il giro d’affari del gruppo composto in totale da 15 persone, di cui 10 sottoposte a misura cautelare, ammonterebbe a circa 150mila euro al mese. I soldi venivano poi inviati in Cina.
Il professore cinese era finito già sotto inchiesta nel 2011 per reati analoghi, ma il fascicolo era poi stato archiviato. Sul sito dell’UniSalento è indicato come docente di seconda fascia.