Italiana al 100% anche se di colore per le sue origini nigeriane per parte materna, eppure – o forse proprio per questo – “fin dall’asilo so che cos’e’ il razzismo: mi chiamavano scimmia, negra di m…”.
Osaremen Mangano, per gli amici Sarime, e’ una italo-nigeriana finalista di Miss Italia e in un’intervista al settimanale Diva e Donna, in edicola domani, racconta come e quanto sia stata vittima del razzismo nel nostro Paese. Nata in Valle d’Aosta, ha conosciuto solo da poco la madre nigeriana: “in famiglia non l’avevano accettata, mi dicevano ‘Ti ha abbandonato'”.
Nell’intervista racconta alcuni aspetti della sua vita: la perdita del padre all’eta’ di sei anni in circostanze misteriose (ufficialmente per overdose, “ma qualcuno mi ha detto che potrebbe essere stato ucciso”) e l’allontanamento forzato della mamma Rita da parte dei parenti.
“A mia madre – racconta Sarime – non e’ stato permesso neanche di andare al funerale di mio padre. Poi mi ha detto che le hanno fatto firmare un foglio in cui accettava di perdere i diritti sui figli. Cosi’ io e mio fratello siamo andati dagli zii, a Vigevano. All’inizio ci hanno detto che mamma era morta, ma alla fine abbiamo scoperto che era a Biella e qualche mese fa siamo riusciti a ritrovarla”. Sia a La Salle, in Valle d’Aosta, dove Osaremen ha vissuto la sua infanzia, che a Vigevano, nel bel mezzo della campagna lombarda dove ha compiuto gli studi diplomandosi geometra, Osaremen ha dovuto fare i conti con il razzismo.
Oggi la giovane finalista vive con il fidanzato e fa la dj in alcuni locali. Ora per lei la grande chance offertale dal concorso organizzato da Patrizia Mirigliani. “Diciannove anni dopo Denny Mendez, se vincessi io farebbe ancora scalpore – dice convionta Osaremen – purtroppo il razzismo esiste ancora, l’ho vissuto fin da bambina anche se sono italiana al 100%. La corona per me sarebbe una rivincita…”. (AGI) .