Le Rivoluzioni non sono pacifiche, né civili e il sangue e la lotta ne sono parte preponderante

Le ribellioni e le rivoluzioni non sono né belle, né pacifiche, né civili, sono rivoluzioni e basta e il sangue e la lotta ne sono parte preponderante.

 

rivoluzione

Se il 14 Luglio 1789 i parigini avessero organizzato un pacifico sit-in davanti alla Bastiglia, Luigi XVI avrebbe abdicato?
Se tra il 18 ed il 22 Marzo 1848 i milanesi avessero manifestato con degli striscioni con la scritta “Abbasso Franz Joseph I” il Maresciallo Radetzky avrebbe abbandonato con le sue truppe Milano?
Se i coloni americani avessero manifestato contro la Gran Bretagna con l’emanazione di un Tax Day, Giorgio III si sarebbe mai arreso alle richieste di indipendenza delle colonie d’Oltreoceano?
Nonostante i quesiti siano estrapolati da diversi periodi storici e geografici, sono accomunati da un’unica semplice risposta: No!

Purtroppo in determinati momenti storici, la manifestazione non violenta per proteggere se stessi, la propria libertà e difendere i propri diritti, è un vano tentativo, perseguito il più delle volte dai pusillanimi. Non importa a quale schieramento politico si appartenga, a quale ideale si segua, a quale fede ci si sia votati: in questi casi si è cittadini dello stesso Stato, in questi casi si è figli della stessa Patria, si è figli dello stesso Grande Architetto dell’Universo, si appartiene allo stesso popolo.

La realtà che ci circonda richiede oggi l’unità del popolo italiano, sappiate che non esistono più la “Destra” e la “Sinistra” che è solo un modo per mantenere divisa la popolazione e persino le minacce vaticane che senza alcuna reale autorità divina divide e marchia come “non buon cristiano” chi non vuole accogliere un esercito teocratico d’invasione e come “buoni cristiani” coloro che invece sono pronti a divenir agnelli sacrificali, sono indirizzate in tal senso.

Gesù non disse solo“Ama i prossimo tuo” come gli amministratori dei beni vaticani vorrebbero far credere, egli aggiunse “come te stesso”, un modo elegante per dire che curare gli interessi del prossimo va bene ma che bisogna prima aver curato i propri. I vescovi gradirebbero che voi applicaste la prima parte, loro solo ed esclusivamente la seconda.

Quando vedete i vostri connazionali suicidarsi perché caduti nella disgrazia causata dai traditori del popolo e della Patria, quando guardate negli occhi i vostri figli sapendo che il loro futuro è incerto, quando vedete coloro che vorrebbero avere una famiglia ma non possono perché non hanno più un futuro, quando vedete i vostri padri, madri, i vostri anziani che dopo una vita di sacrifici sono costretti a rovistare nei cassonetti dell’immondizia per poter mangiare un po’ di frutta o di verdura, quando vedete che, al contrario, coloro che fuggono da guerre inesistenti vengono nutriti, accuditi, aiutati a spese dei cittadini italiani, non provate un senso di vergogna e di rabbia? Ma non sono loro i colpevoli: a macchiarsi di queste colpe sono coloro che permettono a costoro di invaderci. Bloccate i loro italici complici e l’invasione cesserà.

Non dovete macchiarvi di sangue per agire, dovete semplicemente avere il coraggio delle idee e costanza delle azioni. Scendete in piazza, manifestate con risolutezza, schieratevi con forza ed uniti come privati cittadini contro quelle forze politiche che apertamente si schierano contro il popolo italiano e contro la Patria che dovrebbero rappresentare, ribellatevi ai loro violenti gruppi di squadristi che si riuniscono presso i sedicenti centri sociali: solo unendovi vi proteggerete vicendevolmente e con una ritrovata unità tornerete ad essere popolo degno di tale nome. Invadete ovunque le sedi presso le quali i parassiti dello stato si riuniscono e con risolutezza ricordate loro che essi ricoprono posti di potere grazie a voi e che loro siedono su quegli scranni per tutelare i vostri interessi di popolo italiano!

Liberatevi dalle catene della schiavitù con cui vi hanno imbrigliato inculcandovi idee atte solo a rendervi arrendevoli e succubi di una falsa etica filantropica.
La libertà consiste nell’obbedire alle leggi che ci si è date e la servitù nell’essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea, scrisse Maximilien Robesspierre.

Scegliete quindi: volete essere liberi o volete sottomettervi al dispotismo di questa classe politica ed alla teocrazia del sempre più imperante islam nella nostra società?

Gian Giacomo William Faillace