In Ungheria, dove i rifugiati cercano in ogni modo di sfuggire ai blocchi delle forze dell’ordine per non essere registrati nel Paese e poter chiedere asilo altrove.
A Roszke, circa 300 migranti hanno spezzato un cordone di polizia intorno a un centro di identificazione e sono scappati a piedi per cercare di raggiungere Budapest, nonostante i gas urticanti.
“Nei prossimi giorni – spiega Caroline Van Buren, dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati – l’UNHCR creerà qui un centro di transito. Metteremo delle tende, forniremo coperte, cibo e acqua. Stiamo anche lavorando con le autorità in modo da abbreviare il tempo che la gente passa nei cosiddetti punti di raccolta.”
Gestire il costante afflusso di profughi in arrivo quotidianamente dalla Serbia è sempre più complesso per le autorità e le forze dell’ordine ungheresi, anche perché i migranti non si fidano più delle informazioni della polizia e sono restìi a seguirne le indicazioni.
I rifugiati hanno fretta di lasciare il Paese prima che entrino in vigore, nelle prossime settimane, misure più rigide contro l’immigrazione ed espulsioni facili. euronews