In Siria l’Unione Europea è “presente sin dall’inizio, non sul fronte militare, ma su quello politico e diplomatico”. Lo ha chiarito l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, commentando le ipotesi di intervento militare in questo ‘teatro’ e chiarendo che l’obiettivo da inseguire è quello di “mettere intorno allo stesso tavolo le parti in conflitto”.
“Tutto quello che stiamo facendo in Siria è nell’ambito della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico: in questa partita l’Ue è presente sin dall’inizio, non sul fronte militare, ma su quello politico e diplomatico”, ha detto Mogherini, intervista da Sky Tg24, “La strada qui è provare a mettere intorno allo stesso tavolo le diverse parti in conflitto in Siria, chiaramente non l’Isis, ma sostenere il processo che le Nazioni Unite stanno cercando di rivitalizzare e trovare una transizione per la Siria, che veda le diverse parti protagoniste del futuro del Paese”. (Non l’Isis? E allora Assad con chi dve dialogare? Da solo?)
L’accordo sul programma nucleare di Teheran può rappresentare un buon viatico. “Credo”, ha proseguito Lady Pesc, “che l’accordo che abbiamo raggiunto con l’Iran a luglio possa aprire nuove prospettive in questa direzione, perchè è chiaro a tutti che c’è bisogno di un coinvolgimento delle potenze regionali per facilitare questo tipo di transizione.
L’altro aspetto su cui l’Ue unita sta lavorando sulla crisi in Siria è quello umanitario, con un’enorme quantità di fondi e un’enorme quantità di progetti anche dentro la Siria, sul territorio siriano“.
E’ chiaro, ha concluso Mogherini, “che questa enorme massa di persone che sta vivendo la guerra da più di quattro anni ha bisogno di trovare sostegno non soltanto nella protezione quando arriva in Europa ma anche nel sostegno e nell’accoglienza quando arriva in Turchia, Libano o Giordania o quando è intrappolata nel territorio siriano. La nostra unità nella ricerca di una soluzione politica alla crisi è totale”.
DOVE SONO FINITI (e a chi) i 135 miliardi che nel 2015 i Paesi ricchi hanno donato a quelli poveri?