Calzaturifici: il disastro delle sanzioni alla Russia, export -36%

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Situazione ancora critica per l’export delle calzature nei Paesi Csi, dove le vendite si sono ridotte nel complesso di oltre un terzo, sia in quantità sia in valore, rispetto ai livelli già insoddisfacenti dell’anno precedente. In Russia il decremento è stato del 36% in volume, in Ucraina del 54%, in Kazakistan del 20%.

“Questa situazione – afferma Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici – è purtroppo molto seria ed è destinata a durare. Dalle nostre indagini associative, risulta che solo il 6% delle aziende intervistate ravvisavano, a fine giugno, un miglioramento della domanda sul mercato russo rispetto a dicembre 2014, mentre per il 65% dei rispondenti la situazione sarebbe in sei mesi addirittura peggiorata.

Dobbiamo quindi pensare che tutto il secondo semestre sarà all’insegna di una contrazione della domanda e preoccupazioni ci sono anche per il 2016, dati gli ultimi sviluppi internazionali. Assocalzaturifici tiene alta l’attenzione e continuerà ad investire sul mercato russo, che negli ultimi decenni si è consolidato quale destinazione strategica per il made in Italy e per le esportazioni dei nostri distretti calzaturieri; ma il nostro impegno non basta e per questo chiederemo il necessario supporto al Governo”.Un mercato, quello dei Paesi Csi, che ha un impatto significativo sul fatturato di molte aziende calzaturiere, soprattutto nelle Marche e in Emilia Romagna.

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