Caporalato, arriva il “certificato di qualità” dell’Inps

A partire dal 1 settembre, le aziende agricole che vorranno aderire alla ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’ potranno farlo collegandosi al sito Internet dell’Inps. Le domande saranno esaminate dalla cabina di regia che entro 30 giorni emetterà la delibera. Le aziende ‘promosse’ riceveranno un certificato che ne attesta la qualità ed entreranno a far parte della Rete.

Si tratta di una iniziativa sviluppata con la scusa di contrastare il caporalato e il lavoro nero in agricoltura che si inquadra in uno specifico piano operativo, che la cabina di regia della Rete, presieduta da Fabio Vitale, che è anche capo della vigilanza sul sommerso dell’Inps, dovrà mettere a punto entro il 10 settembre, secondo quanto stabilito dal recente vertice al Mipaaf con i ministri dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e del Lavoro, Giuliano Poletti.

La richiesta potrà essere presentata dalle imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti: non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di Irpef e Iva; non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive relative alla violazioni già indicate; essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

“Lo sviluppo delle attività si ripartirà sul piano dei controlli e della prevenzione – ha spiegato nei giorni scorsi Vitale – ma anche con una serie di proposte di regolamentazione e normative”.

Nota a margine

Chi conosce taluni meccanismi perversi della grande informazione sa che le notizie non vengono mai sole, anzi sono spesso intrecciate tra loro. Non solo. A seconda dei programmi dell’élite, prima si getta sui grandi media una notizia e poi si cerca di far passare il provvidemento conseguente, spesso scomodo e inviso. In realtà i tempi sono invertiti. I media sono sfruttati per imporre una legge, un’idea, un tassa, un controllo o semplicemente per coinvolgere e condizionare le masse, ahimé, ancora troppo ingenue.

In questo modo si possono applicare nuovi balzelli, sperando che i beoti bersagliati neanche ci facciano caso. Troppo spesso, purtroppo, il giochino riesce.