L’Angola sta reagendo bene alla crisi dell’economia provocato dal calo dei prezzi del petrolio. Il deficit pubblico a fine anno si attestera’ al 3,5% contro il 6,5% dello scorso anno, grazie anche ai tagli del governo che ha ridotto la spesa di bilancio di quest’anno di 14,35 miliardi di dollari.
Lo ha affermato il Fondo monetario Internazionale a conclusione della sua missione a Luanda e dei colloqui avuti in questi giorni con le autorita’ locali nel contesto degli obiettivi e del nuovo Piano di sviluppo nazionale.
Secondo il Fmi tuttavia, il Paese africano, in cui le entrate petrolifero contano per oltre il 40% del Pil, dovra’ apportare ulteriori aggiustamenti sul fronte dei salari che attualmente viaggiano intorno al 10-12% del Pil.
“Il costo dei salari dovra’ essere ridotto nell’arco del tempo” ha detto Ricardo Velloso, coordinatore della missione del Fondo che ha tenuto a Luanda una conferenza stampa. Secondo Valloso e’ stata giusta la mossa del governo di avviare un processo di revisione dei salari pubblici al fine anche di eliminare le cosiddette ‘buste paga fantasma’. Oltre a questo l’Angola, secondo il Fondo “dovra’ migliorare l’efficienza della spesa attraverso investimenti in beni e servizi”. Questo porterebbe a controbilanciare con la produttivita’ l’aumento dei salari, evitando gli scatti automatici.
Per quanto riguarda le politiche monetarie e di cambio il Fondo ha consigliato al governo di Luanda di tenere sotto controllo l’inflazione, attualmente al 10,4% e destinata ad aumentare senza interventi mirati. Il problema, ha spiegato il responsabile del Fmi, e’ anche quello del deprezzamento della valuta locale, il kwanza, che potrebbe avere un effetto devastante sui conti pubblici dal momento che l’Angola e’ ancora tra i maggiori importatori di prodotti alimentari. (AGI) .