Venezia invasa dagli abusivi. Beni Culturali: limitiamo l’accesso ai turisti!

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Venezia e in particolare Piazza San Marco sono in preda al commercio abusivo. Venditori di grano e bastoncini per i selfie al pomeriggio, rose e dardi luminosi alla sera. Se piove però, scappano e tornano dopo poco con ombrellini colorati. Insomma, merci di ogni tipo vengono vendute abusivamente ad ogni ora del giorno. Basta fare un giro su google per comprendere fino a che punto si è arrivati.

Come scrive IL GAZZETTINO, gli abusivi sono più organizzati in bande o gruppetti e attenti, ma soprattutto, sono sempre più numerosi, perlopiù bengalesi che della Piazza hanno fatto la loro gallina dalle uova d’oro. Prezzi rigonfiati, dove una manciata di pastina per bambini, meno costosa del grano ma comunque appetitosa per i colombi, costa 5 euro per poi scendere a 2 euro davanti al rifiuto. Con il mangime si può anche contrattare, come al mercato.

Gli abusivi non agiscono più da soli come una volta, e se lo fanno, tengono sempre d’occhio quello che ha il compito di avvisare gli altri, o di essere avvisato quando arrivano le forze dell’ordine, dando l’allarme.

Come una mazzata, o meglio come una presa in giro, arriva dunque la dichiarazione della sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni che lancia l’allarme turismo!!

«Oltre un certo numero Venezia non può sopportare l’invasione del turismo. La situazione è molto preoccupante. E il governo si farà presto parte attiva per convocare le parti e se possibile dare una mano alla soluzione del problema. Costruendo assieme un progetto di controllo dei flussi e di vie di arrivo alternative».

Secondo la Borletti, tesa come tutti i compagni a devastare l’economia e impoverire gli italiani, la città diventa sempre più una “non città”, paralizzata da quasi 80 mila turisti al giorno. Ovviamente la signora culturale (regalo del governo Monti con scelta civica) – che ignora l’abusivismo degli africani – è contraria anche al passaggio delle grandi navi perchè danno lavoro a 5000 persone danneggiando i programmi sinistri volti ad aumentare la disoccupazione, come ha spiegato D’Attorre con dovizia di particolari.

Pronta la risposta del sindaco Brugnaro: «Come si permette questa signora con i due cognomi, che certo non ha mai lavorato in miniera, di disquisire su dove devono passare o non passare le Grandi Navi? – spiega – Prima parli con me, con il sindaco di Venezia, e poi dica la sua! Noi, le navi bianche, le vogliamo, non passeranno più dalla Giudecca ma faranno un percorso diverso. Qui si tratta di salvare 5000 posti di lavoro! Non ce ne facciamo niente delle idee balzane del sottosegretario con i due cognomi. Attenti che porto tutti in piazza».