Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York ha ascoltato le testimonianze dei gay siriani e iracheni circa le persecuzioni a cui sono sottoposti nei due paesi da parte dei jihadisti dell’Isis.
Samantha Power, ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, ha sottolineato che “per il Califfato è pratica costante prendere di mira le persone della comunità LGBT; l’intento della riunione era dimostrare che l’Onu ne è cosciente e se ne preoccupa.”
E’ stata la prima riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata ai diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. L’attivista Subhi Nahas, che viene dalla città di Idlib in Siria, ha spiegato che il Califfato terrorizza e uccide i gay, gettandoli dai tetti e incitando la folla a lapidarli. “Sono venuto a dimostrare, ha detto, che LGBT non è solo una sigla coniata dall’Occidente, ma che esiste una comunità LGBT in Medio oriente e in Africa, che siamo solidali e ci battiamo per i nostri diritti.”
Vendola: “La mia vittoria dedicata ai fratelli musulmani” (15 dicembre 2011)
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