Le richieste di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti sono salite la scorsa settimana di 4.000 unità a quota 277.000. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su quota 271.000.
Gli indici a Wall Street viaggiano sui minimi intraday con l’S&P 500 che vede il suo bilancio da inizio anno tornare in negativo (-0,2%). Quello di Dow Jones e il Nasdaq, già in rosso, peggiora ulteriormente. Per l’indice delle 30 blue chip la flessione da gennaio è pari a un -3,5% mentre per quello tecnologico la contrazione è superiore al 4%.Continuano le preoccupazioni per la crescita globale, alimentate ancora una volta dalla volatilità delle piazze asiatiche dove oggi lo Shanghai Composite ha perso il 3,4% (lunedì aveva ceduto il 6,2% e ieri era salito dell’1,2% dopo avere perso nel durante fino al 5%). Intanto le borse a Hong Kong e Taiwan sono entrate in territorio “orso”, ossia hanno perso il 20% dai loro recenti massimi.
In Europa il Dax tedesco segna un -1,8%, il Cac 40 francese cede l’1,65% e il Ftse Mib italiano perde il 2,24%. I timori sulla Cina – che martedì scorso ha svalutato lo yuan contro il dollaro, alimentando le tesi secondo cui la congiuntura è peggiore del previsto – stanno pesando sulle valute dei mercati emergenti, dal rand sudafricano al tenge kazako (sceso oggi del 25% contro il dollaro dopo che la banca centrale locale ha lasciato il tasso di cambio libero di fluttuare con l’intento di spingere la competitività della sua economia, strettamente legata all’esportazione di greggio a Cina e Russia).