A Livorno, i clandestini vengono prima degli italiani!
La storia della signora Azzurra Agilli è emblematica:
livornese doc, disoccupata, due figli minorenni, letteralmente senza casa. Ma per lei alla casa d’accoglienza Il Melo non c’è posto.
La legittima richiesta di “un tetto” per lei ed i suoi figli non ha trovato soluzione presso l’ufficio di via del Porticciolo, preposto proprio all’emergenza abitativa.
L’ufficio casa del Comune ha risposto che non ci sono alloggi disponibili sebbene la signora si accontenti solo di camera e cucina.
L’assessore al sociale del Comune di Livorno dall’alto della sua supponenza, non si è degnata nemmeno di rispondere ad una sua accorata richiesta di aiuto (probabilmente non ha potuto consultare prima il direttore del Tirreno)
Nel contempo, ed è questa la stranezza, non hanno faticato per nulla nel trovare subito casa ai 5 clandestini che, ironia della sorte, sono stati ospitate non senza destare stupore e preoccupazione, proprio nella Casa Famiglia Il Melo, struttura nata apposta per accogliere donne e ragazze madri con bambini, come è il caso della Signora Agilli.
Come si ricorderà la struttura è stata alla ribalta della cronaca demagogica non solo per le scelte scellerate dell’Assessora alle politiche sociali, che aveva imposto il gruppo di clandestini, dove la mescolanza che saltava agli occhi di tutti, pareva la stessa dell’acqua con l’olio.
Profughi anche nella casa per ragazze madri, scoppia la bufera
E non si capisce bene perché la terza carica dello Stato, Laura Boldrini quando parla – e non parla d’altro – di questi portatori sani di nuove culture ci comunica che ‘il loro ‘stile di vita presto sarà lo stile di vita di moltissimi di noi’.
Uno degli ospiti poco graditi della casa per mamme “Il Melo”, un 17enne nigeriano, durante un lite per futili motivi, non è stato schiaffeggiato o preso a pugni, come accade a volte tra ragazzi di quest’età, ma è stato accoltellato. Si, accoltellato al torace e non da un leghista brutto e cattivo, ma da un suo coetaneo, nigeriano come lui.
Lite tra minorenni, nigeriano accoltellato al centro per mamme «Il Melo»
Quindi, sebbene la casa famiglia sarebbe il posto ideale per ospitare almeno temporaneamente la signora Agilli e i suoi giovani figli, ancora una volta l’amministrazione dei nipotini di Stalin calpesta ogni Ragione e Buon Senso, rottamando regolamento comunale e Costituzione italiana e utilizza invece la struttura d’accoglienza, destinata a donne con minori, per tutt’altri scopi e a proprio comodo.
Questi sono i fatti. Il resto è aria fritta!
Ma ora, il timore sta mutando in paura: essere italiani sembra diventare ogni giorno di più elemento di discriminazione. E la domanda che ci piacerebbe fare, vorremmo farla al paladino delle libertà degli xenofili, Omar Monestir che appare sempre più come l’avvocato delle cause perse del Pd e non di meno dell’amministrazione comunale gestita dai ‘nipotini di Stalin’.
Questa la domanda che ai brutti e cattivi sorge spontanea: Perché loro sì e lei no?
Mi spiego meglio; perché i clandestini si e la Signora Agilli no?
Il direttore ci perdonerà se accompagniamo la domanda con altre due domandine:
Anche questa è ‘gazzarra’ messa su dalla Lega?
La situazione di questa donna e dei suoi figli, non è offensiva per la secolare tradizione di accoglienza di Livorno?
Il direttore de Il Tirreno, perennemente in campagna elettorale, non crederà davvero che la gente sia tutta stupida e siamo certi che vorrà rispondere, non tanto per i brutti e cattivi, ma sicuramente per i belli e buoni che incoraggiano questo sistema sinistro che calpesta continuamente, fino a uccidere la dignità delle persone.
Spero che le risposte siano più attinenti e convincenti della precedenti a una mia.
Ricordo ancora bene le parole che ebbe a dare in risposta a una mia lettera in relazione alla situazione della Casa famiglia il Melo quando furono accolti i minori clandestini.
Queste furono le risposte del direttore:
- a) la questione della promiscuità si poteva tranquillamente risolvere con un po’ di buon senso. Di quella cosa, insomma, che i politici di pancia non sanno nemmeno cos’è. L’edificio è sufficientemente grande da impedire il contatto fra mamme e profughi. (Con queste parole, ammise egli stesso che la cosa non aveva senso).
- b) che delle persone che beneficiano, come è giusto che sia, dei servizi pubblici siano così spietate verso altri bisognosi è una triste morale che alcuni, come lei, vorrebbero che accettassimo. Così non è, non la accettiamo. Altrove, persone in difficoltà sono state le prime a soccorrere chi stava peggio di loro. Qui non è così, ognun giudichi come vuole. A noi pare quantomeno discutibile. Appunto, ne discutiamo. E della Signora Agilli ne vogliamo discutere?
- c) non vorrà negare, caro Scipioni, che si sia voluto inserire questo episodio in una più generale campagna elettorale perenne che mira a usare i profughi per raccogliere consensi. E il sistema funziona visto che la Lega è arrivata seconda alle regionali. (come si evince, il direttore conosce bene questo sistema)
- d) e concludo: è vergognoso dare della “bambolina” all’assessore solo perché non si piega alla strafottenza delle giovani madri. ( Ed eccola qua, ‘strafottenza delle giovani madri’ è questa la secolare tradizione di accoglienza di Livorno di cui parla il direttore? L’assessore rappresenta tutti i cittadini ed è persona capace e apprezzata. Gestisce un assessorato difficile e non si merita di essere aggredita in maniera così scomposta
(Faccia pace con se stesso il direttore, l’assessore non sarà ‘bambolina’, ma per usare le parole di una delle ragazze madri ospiti nella struttura: Come si fa a difendere un assessore che, pur essendo una donna, non si preoccupa minimamente di tutelare prima le mamme (delle quali una gravida) ed i bambini da una scelta insensata agli occhi di qualsiasi persona di buonsenso? Quindi, se non ha avuto e continua a non avere buon senso non si può dire certo dire che sia capace!)
Alessandro Scipioni
Commissario Provinciale Lega Nord Livorno