Bob Cole, un uomo inglese di 68 anni malato di mesotelioma pleurico, morirà alle 14 nella clinica svizzera Dignitas. Un suicidio assistito diverso dagli altri, perché un anno e mezzo fa anche la moglie di Bob, Ann, colpita da una patologia neurologica senza speranza di cura, aveva scelto di porre fine alla sua esistenza nello stesso modo, sempre nella struttura zurighese. “Dovrei avere il diritto di morire con dignità nel mio Paese e nel mio letto”, ha dichiarato l’uomo al Sun che racconta la storia.
Ultimamente, chi sceglie l’eutanasia, stranamente fa proclami pubblici su tutti i giornali, in tv e spesso apre anche un blog. Non di rado chiamano le telecamere e postano video su youtube., ndr
“La legge deve cambiare”, è l’ultimo desiderio di Bob. In Inghilterra e Galles chi incoraggia il suicidio assistito o vi presenzia commette un reato che prevede fino a 14 anni di carcere. La vicenda di Bob torna ad alimentare il delicato dibattito Oltremanica, specie alla luce dei numeri. Fra il 2008 e il 2012 – riporta il Telegraph – 126 cittadini britannici hanno scelto la ‘dolce morte’ a Zurigo, la maggior parte dei quali alla Dignitas. Un quarto delle persone che si rivolgono alla clinica elvetica è di provenienza inglese, e solo nel 2012 hanno viaggiato dal Regno Unito alla Svizzera per porre fine alla propria vita 29 persone: una ogni 2 settimane. Quasi nella metà dei casi (47%) chi compie questo ultimo viaggio soffre di malattie neurologiche come paralisi, malattie dei motoneuroni, Parkinson o sclerosi multipla.
Adnkronos