«I profughi? Metteteli nelle caserme vuote». L’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite ieri ha ordinato alla Francia di togliere la tendopoli abusiva spuntata a Calais, a due passi dall’Eurotunnel. I clandestini che ci vivono sono ormai tremila. Le condizioni igienico-sanitarie drammatiche. E la speranza di attraversare il «tubo» che corre sotto la Manica, per raggiungere la Gran Bretagna, è quasi inesistente dopo gli scontri del 3 agosto tra profughi e polizia e la stretta sui controlli. «La Francia presenti un piano d’emergenza globale per affrontare la crisi dei migranti impiegando le risorse per le calamità naturali», ha esortato Vincent Cochetel, responsabile per l’Europa dell’Alto Commissariato Onu.
«I rifugiati possono essere ospitati nelle caserme vuote così da fornire loro condizioni di vita accettabili». Nello stesso tempo «vanno velocizzate le procedure per l’asilo politico» che Oltralpe richiedono almeno sette settimane mentre in altri Paesi Ue è questione di giorni. Bacchettate pure alla Gran Bretagna «che non collabora» e «rifiuta di prendere in considerazione persino le richieste di ricongiungimento familiare da parte di rifugiati che hanno già parenti a Londra, Edimburgo e Liverpool».
«La verità è che i migranti vogliono andare in Inghilterra perché lì è facile lavorare anche se si è clandestini», ha rilanciatio l’ex Ministro del Lavoro francese Xavier Bertrand.
Londra, piccata, ha fatto sapere che aumenterà i controlli sul lavoro nero (rivelando di fatto che n’è parecchio), ridurrà i sussidi per i richiedendi asilo (36 sterline a settimana) e obbligherà i proprietari di abitazioni ad affittare soltanto agli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno. Elemento quest’ultimo che in Francia, come in Italia, la legge sull’immigrazione prevede. Ma nella civilissima Inghilterra pare c’è chi chiuda un occhio.
Alessandra Zavatta il tempo