MILANO – Un neonato in arresto cardiaco a testa in giù nel water di casa e una famiglia di romeni era intenta a cenare. Madre, padre e i loro tre figli, oltre alla sorella della donna. Quando sono arrivati i soccorsi si sono limitati a dire “il bambino è in bagno”.
Una storia agghiacciante avvenuta martedì 28 luglio in un appartamento in zona Corvetto a Milano, come riportato da Repubblica. I soccorritori, chiamati per un parto in casa, hanno cercato di rianimare il piccolo in tutti i modi. A lungo gli hanno praticato il massaggio cardiaco, gli hanno fatto un’iniezione di adrenalina al cuore e lo hanno incubato, tutto su una sala di rianimazione improvvisata: il piano della lavatrice, l’unico piano libero della casa.
Le operazioni sono continuate al pronto soccorso del Fatebenefratelli, dove purtroppo il neonato è morto poco dopo. Il pubblico ministero di turno, Antonio D’Alessio, ha aperto un’inchiesta senza indagati né ipotesi di reato. La donna che aveva appena partorito – una romena di 43 anni madre di tre figli, con compagno della stessa nazionalità – ha dichiarato agli inquirenti che il piccolo è nato vivo al settimo mese di gravidanza.
Le indagini dovranno chiarire se il neonato sia stato partorito nel water e sia morto per annegamento o se invece sia morto in altro modo e poi qualcuno abbia cercato di disfarsi del corpicino. Dubbi che verranno sciolti con l’esame autoptico, che si svolgerà nelle prossime ore. (da MilanoToday)