Nessun taglio alla Sanità, bensì risparmi che si otterranno dall’applicazione del Patto per la Salute e che porteranno, secondo le stime, 10 miliardi in 5 anni, per dare ai cittadini un servizio migliore.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in un’intervista all’ANSA, sgombra il campo da quella che definisce una ”grande confusione”, alla vigilia del voto di fiducia al Senato sul Dl Enti locali che prevede varie misure per la Sanità. Non di tagli si tratta dunque, afferma con forza il ministro, ma di risparmi che deriveranno da misure per la razionalizzazione e la maggiore efficienza del sistema sanitario. Con una priorità: porre uno stop alla cosiddetta ‘medicina difensiva’ (una volta si chiamava si chiamava MEDICINA PREVENTIVA, ndr), che costa ogni anno 13 miliardi di euro.
”Ribadisco – ha spiegato Lorenzin – che sono contraria a tagli, difenderò il fondo sanitario così com’è per il 2016 e difendo l’applicazione del Patto per la salute, che prevede che i risparmi non sono tagli: i risparmi che vengono effettuati grazie a misure di maggiore efficienza, infatti, vengono reinvestiti nel Servizio sanitario, e noi abbiamo già quantificato questi risparmi in 10 miliardi in 5 anni”
”Il governo non ha deciso di tagliare la Sanità; il governo ha posto dei tagli agli enti locali e le Regioni hanno deciso che avrebbero rinunciato all’incremento del fondo sanitario. Nella legge di stabilità non c’era un taglio alla sanità e il governo non ha chiesto alle Regioni di tagliare la sanità”. Il punto, rileva, ”è che le Regioni avevano un taglio di oltre 4 mld e hanno deciso, non riuscendo a sostenerlo, di intervenire sul mancato incremento del fondo sanitario, e su questo punto io ho sempre detto di essere in disaccordo. Per me non era quella la strada”. Dunque, dice il ministro, ”i 10 miliardi di cui si parla in queste ore in relazione alla sanità non sono un ‘taglio’, bensì è il risparmio che possiamo ottenere in 5 anni applicando il Patto per la salute,