Piovono accuse sulla Carta dei diritti e doveri di internet, suggerita dall’ONU e fortemente voluta dalla Boldrini, con la collaborazione di Rodotà. Dopo un anno di “lavori”, viene fuori un documento che non tutela i piu’ deboli
“Ecco la cultura italiana della tutela dei minori, pari a zero, come ben traspare dal nuovo strumento che nella testa del presidente della commissione preposta al varo dello strumento, Stefano Rodotà, dovrebbe diventare internazionale”.
Lo dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori e membro della commissione interministeriale per la stesura del codice internet & minori in vigore dal 2003.
“Il bambino – chiarisce Marziale – deve essere protetto nella vita reale come in quella cosiddetta virtuale, fonte quest’ultima di gravissime preoccupazioni per l’incolumità psichica e fisica dei soggetti in età evolutiva, che devono essere educati al corretto utilizzo del medium come ben individuato all’articolo 13 della Carta, ma devono altresì essere tutelati dai più turpi reati, come l’adescamento a sfondo pedofilo”.
Il presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori è convinto che uno strumento che non contempli esplicitamente la tutela del minore sia “da considerarsi monco dell’aspetto più importante e il fatto che Rodotà and company non abbiano inteso focalizzarsi su questo aspetto indica – conclude Marziale – come in Italia la cultura della tutela del minore sia davvero marginale e, ovviamente, c’è da sperare che all’estero smorzino le pretese di questa cartuccia che può piacere soltanto a Laura Boldrini e ho detto tutto”.
Se l’ha scritta la signora terza carica, non mi meraviglio manchi delle cose più importanti!